

La spending review promossa dal Governo coinvolge anche la classe dirigente e a farne le spese sono, questa volta, i dirigenti del Ministero dell’Economia e delle Finanze.
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A annunciare il taglio di 139 funzionari è lo stesso Mef, che precisa la riduzione da 712 a 573 posizioni dirigenziali non generali. Una decisione che si allinea con la necessità di riorganizzare la spesa pubblica e razionalizzare gli spazi per gli uffici, recuperando risorse comprese tra i 2 e i 3 miliardi di euro entro il 2015.
Oltre al taglio delle poltrone, il Mef illustra altri punti saldi della misura: «Eliminazione di duplicazioni organizzative e sovrapposizioni di competenze; individuazione di criteri per la riorganizzazione e la razionalizzazione dell’articolazione territoriale del Ministero, prevedendo espressamente la necessità di una ulteriore razionalizzazione degli spazi utilizzati, anche mediante la condivisione delle sedi con uffici di altre amministrazioni statali dell’amministrazione finanziaria. Si prevede anche la soppressione di dieci sedi territoriali a decorrere dal primo febbraio 2015. Il provvedimento, oltre allo snellimento delle strutture ed alla semplificazione dei processi amministrativi, comporterà sensibili risparmi di spesa anche per la riduzione dei fitti passivi.»
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