Jobs act: licenziare costerà caro

di Teresa Barone

24 Settembre 2014 09:00

Taglio degli incentivi sul costo del lavoro nel caso in cui l?azienda licenzi un dipendente entro tre anni dalla firma del contratto.

Licenziamento, diritti del lavoratore, articolo 18: questi sono alcuni dei nodi cruciali relativi al Jobs act attualmente in fase di definizione da parte del Governo guidato da Matteo Renzi, che si propone di eliminare la norma sui licenziamenti senza giusta causa introducendo, tuttavia, altre possibili forme di tutela nei confronti dei dipendenti penalizzando le aziende che riducono il personale.

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Secondo alcune anticipazioni, più che garantire il reintegro al lavoratore licenziato senza giusta causa, le aziende potrebbero essere incentivate a favorire l’occupazione da una nuova misura che prevede il taglio degli incentivi in caso di licenziamento nei primi tre anni del nuovo contratto a tutele crescenti (si parla di sconti sul costo del lavoro concessi alle aziende che assumono a tempo indeterminato).

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Il contratto a tutele crescenti si baserebbe sul reintegro del lavoratore solo in caso di licenziamento discriminatorio (per razza, religione, orientamento sessuale e altro), ma l’azienda potrebbe essere libera di rescindere un contratto previo versamento di una indennità economica che varia con gli anni di servizio. Il contratto a tempo determinato continuerà probabilmente a esistere ma limitatamente ad alcune tipologie di attività, come i lavori stagionali.