

La riforma della scuola cambierà notevolmente il ruolo dei dirigenti scolastici, attribuendo a questa categoria più autonomia e affidando nuovi poteri. Un insieme di regole che non soddisfano pienamente gli stessi presidi riuniti nella FLC CGIL.
=> Come cambia il ruolo dei dirigenti scolastici
Dalla riunione tenutasi a Roma lo scorso 20 maggio, infatti, è emersa una analisi approfondita della riforma e una netta presa di posizione da parte dei dirigenti, che non sembrano condividere lo “stravolgimento del profilo” del preside soprattutto in relazione agli articoli 8, 9, 11 e 13, che addossano a queste figure compiti e responsabilità definite non sostenibili.
«Attribuire al dirigente oltre ai compiti di verifica e controllo del diligente adempimento degli obblighi contrattuali dei docenti, anche quello di valutare, da solo, la loro capacità didattica è sbagliato. Ancora più sbagliato è collegare un “premio” a quella valutazione e attribuire al dirigente il potere di distribuire salario accessorio al di fuori di procedure negoziali e in violazione di principi che valgono per tutto il pubblico impiego e che sono rispettati anche nel lavoro privato.»
=> Concorso Dirigenti scolastici
I dirigenti scolastici della FLC CGIL chiedono, invece, che alcune parti della legge siano modificate per:
«ricondurre la valutazione dei docenti ad ambiti e soggetti in possesso della competenza e della condizione di terzietà necessarie e di costruire gli strumenti necessari per realizzarla, dotando il sistema di valutazione nazionale delle risorse professionali e finanziarie che servono e rendendo il dirigente scolastico protagonista di un processo esplicito e trasparente che coinvolge l’intera comunità scolastica.»