A casa i dirigenti condannati dalla Corte dei Conti

di Teresa Barone

20 Luglio 2015 09:00

Un emendamento alla Riforma della PA impone la revoca dell?incarico ai dirigenti condannati dalla Corte dei Conti.

La Riforma della Pubblica Amministrazione è stata approvata dalla Camera e passa al vaglio del Senato arricchita di alcuni emendamenti, relativi ai dirigenti pubblici e all’accesso ai concorsi.

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Per quanto riguarda i dirigenti, infatti, la riforma impone che il Governo possa revocarne l’incarico – o decidere di non conferirlo – in caso di condanne da parte della Corte dei Conti per condotte dolose (anche in via non definitiva).  

Una regola che sarà applicata soprattutto nei casi in cui le posizioni dirigenziali occupate espongano al rischio di corruzione.

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Viene confermata la novità relativa al licenziamento dei dirigenti, valutati dall’amministrazione e “lasciati a casa” se il giudizio non sarà positivo. Permane anche la possibilità di optare per il demansionamento, proprio per evitare il licenziamento.

La Riforma della PA arriva al Senato anche con un’altra novità: non sarà più richiesto il voto minimo di laurea per accedere ai concorsi pubblici.

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