In molte delle aziende partecipate statali sono attivi più amministratori che lavoratori dipendenti: lo sottolinea il Def (Documento di Economia e Finanza) approvato recentemente dal Consiglio dei Ministri, dove si legge che questo “ribaltamento” è la consuetudine in un numero di società che varia tra le 500 e le 800.
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Una situazione che, tuttavia, non dovrebbe durare a lungo con l’entrata in vigore della Riforma della PA voluta dal Ministro Madia, normativa che prevede, tra le altre cose, anche un netto sfoltimento delle aziende partecipate non conformi, come quelle che si caratterizzano appunto per un numero di dipendenti inferiore a quello dei consiglieri di amministrazione.
Le partecipate potrebbero ridursi a quota mille entro la fine dell’anno, attraverso l’abolizione delle società che non sono in grado di rispettare alcuni requisiti fondamentali stabiliti dal Governo, non garantendo un’offerta pubblica efficace.
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La Riforma, inoltre, prevede tagli al numero dei componenti dei CdA come anche l’imposizione di precisi limiti alle retribuzioni, al fine di tagliare la spesa pubblica ottenendo un risparmio pari a 7,1 miliardi nel 2016, destinato a crescere fino a 8,2 miliardi nel 2017 e a 10 miliardi nel 2018.