Assenza per malattia

di Francesca Vinciarelli

Pubblicato 24 Gennaio 2017
Aggiornato 20 Gennaio 2023 17:27

Assenza per malattia le regole e il possibile licenziamento, ecco quando.

Assentarsi per malattia è un diritto di ogni lavoratore ed inoltre in base al contratto di lavoro il lavoratore in caso di assenza per malattia, ha diritto ad una retribuzione a carico del datore di lavoro, oppure ad un’indennità di malattia a carico dell’INPS.

Conoscere i contratti

Conscere il proprio contratto di lavoro è le eventuali regole è fondamentale, per chiarire alcuni aspetti ad esempio il contratto a tempo determinato o indeterminato, per questo tipo di contratto è necessario possedere un certificato di malattia, per avere la possibilità di ottenere un trattamento economico sostitutivo. Più precisamente il medico curante invia all’INPS in certificato, successivamente l’INPS lo invia al datore di lavoro. Anche se in caso di richiesta dell’azienda, il lavoratore devo comunicare il numero del certificato. Per i collaboratori a progetto quando si parla di assenza per malattia il rapporto di lavoro rimane in sospeso, senza però un trattamento economico. Precisando però che il datore di lavoro può decidere di terminare il contratto se l’assenza si prolunga oltre i 30 giorni. Per i dipendenti pubblici per i primi 10 giorni di assenza si attua solo il trattamento economico fondamentale, senza indennità o emolumento.

 

Un licenziamento ingiustificato

In tutto questo non sono presenti conseguenze per quanto riguarda il rapporto di lavoro, prendere un giorno o dei giorni per malattia è leggittimo, i rischi si presantano nel caso in cui i giorni di malattia sono utilizzati per altri scopi e non si è presenti durante la visite fiscali. Tali comportamenti hanno come conseguenza anche il licenziamento, anche se ci sono delle regole ben precise, prima che il datore di lavoro attui un licenziamento. Per questo bisogna precisare quindi che in caso di assenza ripetuta per malattia, è illegittimo il licenziamento per scarso rendimento, quindi il datore di lavoro non può interrompere il rapporto di lavoro, data la mancanza di una giusta causa. Tutto ciò è diverso se le assenze avvengono per una malattia non reale, più precisamente le assenze false, utilizzate per motivi personali e non per dei veri problemi di salute.

In malattia dopo il weekend

Nello specifico si parla di un’assenza prolungata per malattia e una assenza durante le visite fiscali. Le aziende attuano le visite fiscali, per controllare se il dipendente è realmente impossibilitato a lavorare, per cause di salute. Proprio tramite la visita fiscale in alcuni casi o non si riesce a ricostruire l’esatta entità o il lavorare non è presente nel luogo indicato, come la propria abitazione. Nel caso in cui l’assenza dal lavoro avvenuta per malattia viete utilizzata per altro, il licenziamento è legittimo. In poche parole quando il lavoratore è sorpreso ad effettuare azioni del tutto incompatibili con la certificazione medica, può essere attuato il licenziamento per giusta causa, determinata dalla slealtà e dalla mala fede del lavoratore. Tutto ciò può avvenire però solo in caso in cui il tutto viene giustificato e provato, inoltre per attuare il licenziamento, l’assenza deve aver provocato notevoli danni all’azienda o a terzi.