Siamo sempre più smartphone dipendenti, pronti a usare questo dispositivo dalle 110 alle 150 volte al giorno, correndo tuttavia il rischio di alienarci da noi stessi e comportarci da maleducati con gli altri.
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Un recente studio condotto dalla Harvard Business School su un campione di 1600 persone (manager e professionisti), ha rivelato cifre sorprendenti relative all’utilizzo abituale dello smartphone.
Se il 70% degli intervistati ha ammesso di controllare il proprio dispositivo entro un’ora dal risveglio, il 56% ha affermato di compiere questo gesto prima di andare a dormire, mentre il 51% non vi rinuncia neanche in vacanza. Per il 44%, invece, l’eventuale perdita dello rappresenterebbe una notevole fonte di ansia.
Come evitare che lo smartphone diventi un’ossessione?
Meglio disattivare le notifiche e soprattutto durante un incontro o una riunione, evitando interruzioni e una inevitabile perdita di concentrazione.
Decisamente opportuno, inoltre, è cercare di non diffondere informazioni delicate attraverso conversazioni telefoniche che tutti possono sentire, preferendo sempre luoghi tranquilli e riservati anche nel momento in cui ci si trova in ambienti rumorosi.
Un tono di voce non eccessivamente elevato, infatti, dovrebbe essere usato anche all’interno di un aeroporto e di altri luoghi affollati dove si tende a parlare più forte del solito. In questo modo la privacy è al sicuro.
In alcune occasioni, come nella vita privata o quando si è impegnati attivamente nella realizzazione di un determinato progetto, è bene dimenticarsi temporaneamente dello smartphone cercando di non controllarlo per più di due o tre volte al giorno.
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Questa è l’unica strategia per fare in modo che non si verifichi uno scambio di ruoli, e che non sia proprio lo smartphone a prendere il controllo.