
La sindrome del burnout è uno specifico disagio psicofisico connesso al lavoro, descritto inizialmente da H. Freudenberger e da C. Maslach a partire dagli anno ’70 e fondamentalmente causata dallo stress generatosi sul lavoro. Maslach e Leiter ne hanno classificato le componenti in:
- deterioramento dell’impegno lavorativo;
- deterioramento delle emozioni associate al lavoro;
- problema di adattamento al lavoro a causa dell’eccessivo carico.
Tra i sintomi si trovano la stanchezza, l’insonnia, il nervosismo, la mancanza di voglia di vivere e l’incapacità di stare fermi.
Sintomi del burnout
Se si parla dei problemi fisici troviamo invece sintomi gastrointestinali, tensione muscolare, vertigini, tachicardia, manifestazioni cutanee ma anche allergie improvvise.
Per quanto riguarda la propria psicologia ci si trova a vivere con rabbia e aggressività immotivate, depressione, scarsa autostima, incapacità di alzarsi dal letto per andare al lavoro, senso di colpa, sensazione di fallimento e difficoltà a relazionarsi con gli altri.
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Cause del burnout
La sindrome di burnout nasce per diversi fattori: può influire la situazione familiare, le aspettative professionali, l’incapacità di gestire situazioni stressanti ma anche l’alta emotività.
Ma più di frequente scaturisce soprattutto per questioni organizzative e professionali. Spesso si sviluppa anche a causa di una retribuzione ritenuta inferiore a quello che è il carico di lavoro.
Il burnout può perfino essere legato a condizioni ambientali che non aiutano il lavoratore nello svolgimento del proprio compito, come appunto un ambiente sfavorevole, turni e orari stressanti, routine burocratica.
La difficoltà principale che si pone alla base di questi problemi legato allo stress in ambito lavorativo è quella di capire il proprio stato e comprendere cosa si sta vivendo; questo perché i sintomi sono spesso comuni e “normali” in periodi più complessi.