Saranno la squadra di Gabriele Piccini, il country manager nominato nell’aprile scorso, contestualmente al mega riassetto interno con la fusione di sette controllate nella capogruppo al servizio del progetto “insieme per i clienti”.
Sono 150 i nuovi manager nominati in Unicredit con l’obiettivo, esplicitato dallo stesso Piccini, di «rendere la nostra azienda ancora più focalizzata verso i clienti e più vicina ai territori e alle comunità locali. La strategie che ci siamo dati consiste nel decentrare il maggior numero possibile di deleghe necessarie ai colleghi per svolgere nel modo migliore il loro lavoro nelle filiali».
Si tratta di un nuovo importante passo nel cammino della “banca unica” voluta da Alessandro Profumo. I 150 manager a partire dal primo novembre coordineranno la rete commerciale italiana, che sarà articolata in tre network: “Famiglie e Pmi”, dedicato alla clientela privata e alle imprese con un fatturato fino a 50 milioni di euro, “Corporate e Investment Banking”, per le aziende con ricavi superiori ai 50 milioni, e “Private banking”, per i clienti con patrimoni superiori ai 500 mila euro.
Ai nuovi manager, il compito di gestire le attività di business per le aree geografiche di competenza, concedere crediti, rilasciare prestiti, gestire il personale e decidere le condizioni da applicare alla clientela.
Il network dedicato a famiglie e pmi comprende dieci divisioni territoriali, (ognuna con un direttore esecutivo e diversi direttori commerciali, 112 in tutto), e una direzione commerciale Agenzia Tu, sotto la guida di Cristina Proci. Il team più numeroso è quello dell’area Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta, affidata a Giovanni Forestiero, con 16 direttori commerciali, cinque donne e 11 uomini.
Il grande capo della Lombardia sarà Carlo De Falco, con 13 direttori commerciali (di cui quattro donne), l’area Trinevento Ovest è affidata a Romano Artoni, con dieci direttori commerciali (tre le signore), mentre direttore esecutivo nel Triveneto Est sarà Paolo Zambelli Bais coadiuvato da otto direttori commerciali (due le donne). L’Emilia Romagna è affidata a Stefano Rossetti e a 14 commerciali, di cui quattro donne, l’area Toscana, Umbria e Marche a Stefano Giorgini e a nove commerciali (una sola donna), Roma ha una sua direzione esecutiva, guidata da Salvatore Pisconti, e 12 direttori commerciali (quattro donne), mentre il Lazio è accorpato a Sardegna, Lazio, Abruzzo e Molise con a capo Mario Fiumara e sette commerciali (una sola donna). Ci sono poi una direzione esecutiva Sud, guidata da Ciro Fiorillo, con 12 commerciali (due donne), e una dedicata alla Sicilia, nelle mani di Salvatore Malandrino coadiuvato da 11 commerciali (due donne).
Il network Corporate & investment banking è tutto al maschile, diviso in sei mercati (Nord Ovest, Lombardia, Nord Est, Centro Nord, Centro Sud e Multination). I dirigenti sono rispettivamente Giovanni Ronca, Luca Manzoni, Lucio Izzi, Giampiero Bergami, Corrado Piazzalunga e Davide Mereghetti. Tranne il multinational, gli altri mercati sono suddivisi in aree, 17 in tutto, ognuna con il suo manager.
Infine il private banking, con sei reponsabili di altrettanti network territoriali, Massimo Addato (Nord Ovest), Mario Bombacigno (Lombardia), Alberto Zappa (Nord Est), Enzo Torino (Centro Nord), Marco Benozzi (Centro Sud) e Vincenzo Tumminello (Sicilia).
Come si vede, le donne sono una trentina su 150, dunque circa un quinto. Sul fronte del gender gap Unicredit è un gruppo sensibilizzato. L’ad Alessanro Profumo nelle scorse settimane ha chiesto ai principali cacciatori di teste sul mercato di impegnarsi a fornire sempre almeno il 50% di candidature femminili. Obiettivo: «premiare il merito e avere nel 2018 una rappresentanza dei generi bilanciata a tutti i livelli dell’organizzazione».