

La Commissione UE ha stabilito nuove regole per agevolare la mobilità dei lavoratori in Europa, abbattendo le discriminazioni basate sulla nazionalità e favorendo la libera circolazione dei talenti.
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La nuova normativa, che dovrà essere approvata dal Parlamento europeo e dal Consiglio della UE, prevede l’attivazione in tutti i paesi europei di punti di contatto finalizzati a offrire assistenza e consulenza ai lavoratori che si spostano in Europa e che provengono da uno degli stati membri dell’Unione.
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La proposta si basa anche sull’introduzione dell’obbligo, per le nazioni, di consentire il ricorso a sindacati e altre tipologie di organizzazioni da parte dei lavoratori immigrati che hanno subito trattamenti discriminatori, anche attraverso l’avvio di campagne informative a favore dei datori di lavoro.
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«La mobilità del lavoro è una soluzione vincente per tutti, sia per gli Stati membri, che ne traggono beneficio, che per i lavoratori. Lavorare in un altro stato membro deve essere facile come lavorare nel proprio. »
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Queste le parole di Lazslo Andor, commissario agli affari sociali, il quale ha ribadito l’impegno di Bruxelles nel contrastare qualunque tendenza xenofoba tutelando la libera circolazione dei lavoratori, e promuovendo la mobilità in ambito europeo (allo stato attuale ammonta solo al 3% la percentuale dei cittadini europei che lavora in un altro paese membro della UE).