A sentire sulle proprie spalle il peso della crisi economica non è solamente chi ha perso il lavoro o chi non riesce a trovare un impiego, ma anche chi lavora regolarmente: lo afferma un sondaggio recente condotto dall’ Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro, dal quale si evince come l’instabilità attuale provochi stress anche agli occupati.
Secondo l’indagine, infatti, la crisi ha incrementato alcune difficoltà tipiche del mondo del lavoro, coinvolgendo tutti i settori e le qualifiche professionali, criticità legate alla precarietà, alla flessibilità, ai contratti atipici.
Se per il 71% dei lavoratori lo stress è legato soprattutto al carico e alle ore di lavoro, per il 63% degli intervistati pesa anche la mancanza di sostegno da parte dei colleghi e soprattutto dei superiori, spesso responsabili dell’affidamento i incarichi poco chiari.
Secondo Luigi Giuseppe Palma, presidente del Consiglio nazionale degli psicologi, è necessario che le aziende mettano in pratica precise ed efficaci metodologie di prevenzione dello stress lavoro correlato, basate su un approccio multidisciplinare nel quale lo psicologo agisce in collaborazione con altre figure professionali:
«Se è indubbio che la crisi aggrava la vulnerabilità e le condizioni di instabilità lavorativa, è pur vero che, in generale, adottando il giusto approccio, i lavoratori possono vincere la battaglia contro lo stress che – quando legato all’attività che si svolge – è prevenibile e l’azione volta a contenere tale problema può essere molto incisiva.»
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Agli esiti di questo studio si aggiungono anche i risultati di una ricerca condotta dall’Università di New York e mirata a verificare il legame tra lo stress e la comparsa dei capelli bianchi: gli studiosi, infatti, affermano che l’imbiancamento dei capelli successivo a un periodo di stress potrebbe essere dovuto alla carenza di cellule staminali a livello del follicolo pilifero.