Lo stipendio minimo non consente di condurre una vita dignitosa e si amplia il divario tra il costo della vita e i salari concessi dalle aziende: un pensiero comune al 79% dei lavoratori interpellati nel corso di un’indagine condotta a livello mondiale dalla ITUC, la Confederazione Sindacale Internazionale (in inglese International Trade Union Confederation).
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Gli esiti della ricerca sono stati esposti durante il terzo Congresso Mondiale ancora in corso a Berlino, percentuali che sottolineano il notevole incremento del livello di incertezza che caratterizza il lavoro: se nell’arco dell’ultimo triennio più della metà della popolazione globale non ha potuto garantirsi una buona dose di risparmi, un lavoratore su due ha perso il lavoro o lo ha visto perdere a un membro della famiglia.
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L’incertezza che caratterizza il lavoro è evidente osservando la percentuale di intervistati che ha affermato di essere in ansia per il futuro del proprio impiego, pari al 41%, mentre il 50% ritiene che trovare un’occupazione stabile sarà un’impresa ardua per le prossime generazioni.