Vuoi la crisi o la voglia di condivisione, qualsiasi sia la ragione i co-working stanno diventano una realtà in tutto il mondo. Ma non solo aiutano a svolgere il lavoro quotidiano con un taglio netto dei costi ma vengono sempre più apprezzati per lavorare anche fuori dalla propria città.
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La tendenza fotografata dal New York Times infatti dimostra come siano molti i lavoratori che si appoggiano ad un co-working per lavorare durante un viaggio. I vantaggi sono molti, perché permettono di avere un proprio e vero ufficio in ogni parte del mondo – o almeno dove i co-working sono una realtà diffusa – per poi godersi un nuovo posto, visitandolo come un vero turista. Un passo avanti per facilitare il lavoro flessibile, permettendo al lavoratore di non rinunciare alla propria vita privata.
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Non si tratterà di una vera e propria vacanza e anche se non si staccherà del tutto la spina solo avere uno scenario diverso, dei posti da visitare dopo l’orario di lavoro aiuta a rilassarsi e ad aprire nuove prospettive. Ne beneficerà anche il lavoro stesso, consapevoli del fatto che un lavoratore stressato rende meno. Per questo qualche azienda sta sperimentando viaggi di piacere/lavoro aziendali, che si appoggiano ai co-working, in modo da combinare benessere e produttività.
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Liz Elam, fondatrice di Link Coworking in Austin, commenta a proposito «Forse le vacanze tradizionali non sono più possibili, non è concesso staccare del tutto la spina, allora perché non andare a lavorare in un paradiso per due mesi?».