La sua traduzione italiana non può che tingersi di fosche tinte negative, ma con whistleblower in realtà non si intende la spia in azienda, che riferisce ai vertici tutto ciò che accade tra i dipendenti, ma di una figura professionale da noi poco conosciuta ma che sta prendendo sempre più piede.
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Da poco introdotta all’interno dell’Agenzia delle Entrare il whistleblower permette di tenere sott’occhio eventuali irregolarità. I settori in cui opera sono molteplici. Come pericoli sul luogo di lavoro, frodi all`interno, ai danni o ad opera dell’organizzazione, danni ambientali, false comunicazioni sociali, negligenze mediche, illecite operazioni finanziarie, minacce alla salute, casi di corruzione o concussione e molti altri ancora.
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Viene facilmente sentito come un’infiltrato, avendo la necessità di lavorare in più ambiti mantenendo l’anonimato, ma diventa fondamentale per far andare avanti l’azienda secondo certi dettami. Il convegno organizzato da ISIDE il 16 aprile a Milano si occuperà proprio di definirne il ruolo ed il modus operandi, trattandosi di tematiche molto delicate che hanno a che fare con la privacy e con documentazioni spesso private. Inoltre saranno analizzati il rapporto con il market abuse, e con l’antiriciclaggio, temi di stretta attualità, considerato che l’Autorità Nazionale Anticorruzione, ha da poco predisposto una bozza di delibera che fornisce indicazioni in ordine alle misure che le pubbliche amministrazioni devono approntare per tutelare la riservatezza dell’identità dei dipendenti che segnalano illeciti di cui all’art. 54-bis del d.lgs. n. 165/2001.