Manager nel Private Equity

di Teresa Barone

16 Aprile 2015 09:00

Identikit del manager nel Private Equity: soft skills, retribuzioni, benefit.

Quali sono le qualità fondamentali che deve possedere il manager chiamato a operare nell’ambito del Private Equity? Lo svela l’indagine promossa da Wyser del gruppo Gi Group, finalizzata a tracciare l’identikit delle figure manageriali inserite in questo contesto finanziario.

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Un manager che deve mostrare visione strategica, orientamento al risultato e internazionalità, ma anche leadership ed etica, credibilità e reputazione, adattabilità, innovazione e capacità di mettere in pratica la visione strategica del Private Equity.

Se la disponibilità al co-investimento è stata tirata in ballo dal 76,5 del campione interpellato (soggetti attivi sul mercato italiano del PE), la propensione al rischio è giudicata indispensabile dal 47,1% dei partecipanti al sondaggio.
Secondo  Carlo Caporale, senior director Italy di Wyser:

«Oggi al centro si pone il rilancio e la piena valorizzazione delle aziende partecipate, spesso di origine familiare, ma di grandi prospettive per lo sviluppo internazionale e da potenziare anche in termini organizzativi e di governance. Per le caratteristiche che sono emerse possiamo affermare che il segmento del Private Equity si presenta come una prospettiva molto interessante per manager che abbiano rivestito ruoli da Ceo e Cfo concreti, attenti e di lunga esperienza che vogliano affrontare una nuova sfida professionale con un approccio da imprenditore.»

Dal punto di vista retributivo, i manager attivi nel Private Equity possono generalmente contare su benefit e componenti variabili, generalmente legate ai risultati e con un peso maggiore rispetto a quanto avviene per i dirigenti d’azienda (una quota variabile annuale per il 18,4% e una variabile di medio/lungo periodo per il 35,3%).