Si rimane spesso sorpresi nel vedere come un bambino davanti ad un computer sia capace di capirne i meccanismi, ma si sta facendo ormai l’abitudine a vedere con quanta dimestichezza interagiscano col mezzo. La generazione nata e cresciuta nell’era digitale comincia adesso ad arrivare sul mercato del lavoro, portando una ventata di freschezza e pretendendo un certo livello dalle aziende.
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Ad analizzare la Generazione Z nel mercato del lavoro arriva il report promosso da Ricoh Europe. Se, come evidenziato dal Global Human Capital Trends Report 2015 di Deloitte, solo il 22% delle aziende crede che il reparto delle risorse umane sia pronto a ricevere i lavoratori più giovani è anche vero, dall’altro lato, che la stessa Generazione Z invece reputa il livello generale delle aziende soddisfacente.
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Nel dettaglio il 73% pensa che le aziende saranno in grado di soddisfare le loro esigenze e il 65% crede che il loro impatto, una volta entrati nel mercato del lavoro, dal punto di vista tecnologico sarà utile al miglioramento della vita aziendale. Flessibilità di orario e possibilità di lavorare da remoto sono considerati gli elementi fondamentali di questa generazione, che pone attenzione anche al lato umano, considerato che il 43% ritiene insostenibile una mancanza di comunicazione tra colleghi. Per questo si fa largo la necessità di uno scambi continuo, per creare una collaboraizone vera tra lavoratori.
Lo scenario futuro vede diverse generazioni lavorare fianco a fianco, creando un valore aggiunto, ma perché la collaborazione possa essere reale e produttiva si deve da subito implementare la digitalizzazione, favorendo una tecnologia al servizio del lavoratore.