Il Decreto Sviluppo è legge: novità per imprese

di Noemi Ricci

Pubblicato 8 Luglio 2011
Aggiornato 10 Novembre 2011 10:52

Il Decreto Sviluppo è diventato legge e contiene importanti novità per le imprese, dal credito d'imposta per la ricerca scientifica, per il lavoro e gli investimenti nel Mezzogiorno, alle semplificazioni fiscali.

Il Decreto Sviluppo riceve il via libera del Senato e diventa legge (162 a favore, 134 contrari e 1 astenuto) con votazione sulla fiducia al provvedimento. Diventa così ufficiale il credito di imposta per la ricerca scientifica, le nuove assunzioni di lavoro al Sud e gli investimenti nel Mezzogiorno, nonché diverse misure per la semplificazione fiscale.

Per le imprese che investono tra il 2011 e il 2012 in progetti di ricerca scientifica in favore di Università o altri enti pubblici, il credito d’imposta sarà pari al 90%.

Per i datori di lavoro del Sud che usufruiranno dei bonus assunzione – sottoscrivendo contratti a tempo indeterminato nei prossimi 12 mesi lavoratori “svantaggiati” o “molto svantaggiati” – andando ad incrementare la propria base occupazionale, il credito d’imposta sarà pari al 50% dei costi salariali sostenuti.

Sempre nel Mezzogiorno, per le imprese che investono in nuovi beni strumentali per le strutture produttive è previsto un bonus proporzionale alla quota dei costi sostenuti.

Sul fronte della semplificazione, gli accertamenti fiscali devono ora essere coordinati tra i vari organi accertatori (unificati), non possono più avere cadenza inferiore al semestre. Per le imprese in contabilità semplificata e per i lavoratori autonomi, non possono durare più di 15 giorni lavorativi.

Niente comunicazione di inizio lavori per opere di ristrutturazione edilizia, per le quali è possibile richiedere la detrazione del 36%. In pù non è più necessario indicare separatamente il costo della manodopera in fattura dei lavori eseguiti.

Eliminato l’obbligo di segnalare i pagamenti sopra i 3.600 euro effettuati con carte di credito, debito o prepagate ai fini del monitoraggio dello “spesometro“.

Il regime di contabilità semplificata viene esteso alle imprese i cui ricavi non superino i 400mila euro nel caso siano attive nel settore dei servizi e  inferiori a 700mila euro per le altre tipologie.

Vene portata a 10mila euro la soglia di valore dei beni d’impresa che è possibile eliminare dal ciclo produttivo previa attestazione dell’avvenuta distruzione degli stessi mediante dichiarazione sostitutiva di atto notorio.

Innalzato anche l’importo massimo delle fatture (anche autofatture) valide per l’annotazione cumulativa, a 300 euro, prendendo in considerazione le fatture emesse e ricevute nell’arco del mese.

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