Accordo sui Tremonti bond: Osservatori salva imprese?

di Alessandra Gualtieri

13 Marzo 2009 12:20

Sembra essere giunto a una svolta l'iter di attuazione dei Tremonti bond, nonostante le ritrosie dell'Abi a concedere agli Osservatori sul credito un ruolo preponderante nel controllo sui prestiti

Siglato l’Accordo quadro tra Abi e Ministero del Tesoro sui Tremonti Bond, nonostante il braccio di ferro sul ruolo dei Prefetti, che dovranno vigilare sulle concessioni del credito? Lo riporta il Messaggero, ma mancano le conferme ufficiali: le filiali di Bankitalia dovranno però fornire solo i “dati aggregati a livello territoriale e per settore di controparte”, su specifica indicazione di Mario Draghi, governatore della Banca d’Italia.

Gli Osservatori locali previsti dal Ministero (composti da rappresentanti Abi, Confindustria e Associazioni di categoria), pertanto, in base a quanto specificato nella circolare Bankitalia diramata ieri alle filiali locali, non dovrebbero potersi rivolgere alle banche per ottenere i dati disaggregati sui prestiti concessi dalle singole banche.

Ad ogni modo, gli otto istituti bancari che godranno dei nuovi bond dovrebbero essere Intesa Sanpaolo, Unicredit, Banco Popolare, Mps, Ubi, Carige, Bpm e CreVal. Tramite il rafforzamento patrimoniale che ne deriverà, i benefici finali dovrebbero ricadere sulle aziende italiane, a cui verrà concesso credito sulla base delle maggiori garanzie e condizioni agevolate.

A questo fine è previsto l’intervento dei Prefetti, che dovranno tutelare gli interessi delle imprese clienti contro eventuali rifiuti di prestito non motivato.
Inoltre, nel testo dell’accordo quadro è rimasto fermo l’obbligo per le banche di allegare il codice etico alla richiesta di bond.

Predisposti anche form online e casella email in Prefettura, che raccoglierà reclami, interpelli e istanze da parte di imprese e privati nei confronti delle banche.

Concludono le misure, un Tavolo coordinato dal Prefetto che vedrà a confronto Abi, Confindustria, Sindacati, Commercio e Artigianato e l’Osservatorio nazionale, istituito presso il Ministero dell’Economia.

Ad esso faranno capo tutti gli Osservatori locali dislocati nei capoluoggi di Regione, che si riuniranno periodicamente e che saranno anche «luoghi di risoluzione di controversie e di monitoraggio delle specifiche criticità che emergono a livello locale sulla base di istanze presentate dalle imprese», come indicato dalle linee guida.