Costo del lavoro e Tasi-IMU sono i due capitoli più dibattuti della Legge di Stabilità, che si apre ora alla ipotesi di cambiamento sotto forma di emendamenti al testo del Ddl approvato in CdM il 15 ottobre, da presentare in Commissione entro il 5 novembre. Alla luce delle critiche di iniquità e del monito sui rischi del fiscal drag lanciato da ISTAT e Banca d’Italia (pur con scaglioni e aliquote invariate, la pressione fiscale aumenta comunque causa inflazione), ecco le ipotesi di cambiamento:
- si pensa di limitare il taglio del cuneo fiscale ai redditi da lavoro dipendente fino a 30-40mila euro, (invece che 55mila euro),
- si pensa di reintrodurre il meccanismo delle detrazioni anche per la Tasi, l’imposta sui servizi indivisibili del Comune che, incamerando ll’IMU sulle abitazioni principali (abolita), assieme alla Tasi compone la nuova Trise.
Emendamenti a costo zero
Dei cambiamenti si è parlato al vertice di maggioranza fra il premier Enrico Letta, il vicepremier Angelino Alfano e il ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni, che alla commissione Bilancio ha ribadito come la manovra sia«aperta al contributo del parlamento» ma che «il Governo pone come unico limite il rispetto degli obiettivi di finanza pubblica condivisi in sede europea». Per cui, «chi è favorevole a misure più incisive dovrebbe indicare quali spese ridurre ovvero su quali maggiori entrate fare affidamento». Ma vediamo con precisione su quali direttrici si muove il dibattito.
Cuneo fiscale
Iimprese e sindacati lamentano la poca incisività di una misura che smuove appena una manciata di euro, non certo un’iniezione di liquidità adatta a dare impulso al potere d’acquisto delle famiglie rilanciando i consumi. Queste dunque le opzioni al vaglio:
- limitando l’aumento delle detrazioni per lavoro dipendente fino a 30-40mila euro di reddito lordo annuo, si concentrerebbero le risorse (1,5 miliardi per il 2014) aumentando in maniera più consistente la busta paga dei lavoratori interessati.
- versando l’aumento una tantum invece che distribuirlo mensilmente, anche se i beneficiari restassero quelli attuali (fino a 55mila euro), si godrebbe di un bonus unico di 168-182 euro.
- finanziando la detassazione dei salari di produttività, si aiuterebbero anche le imprese.
IMU-Tasi
L’IMU prima casa sostituita dalla Tasi ha un’aliquota standard dello 0,1%, con la discrezionalità per i Comuni di portarla fino a 0,25%. Pur con soglie inferiori di quelle IMU (0,4% – 0,6%) la mancanza di detrazioni (200 euro + 50 a figlio) comporta possibili rincari, soprattutto per le abitazioni più modeste che prima azzeravano l’imposta. Ecco le ipotesi per correre ai ripari:
- reintrodurre una detrazione, ma ben modesta (50 euro),
- rimodulare l’aliquota massima in virtù dell’introduzione della detrazione,
- rivedere l’intero impianto della Trise (Tasi + Tari), rendendolo meno complicato.
Iter della manovra
Le questioni sul tavolo sono dunque parecchie. Dopo le audizioni, ora si apre la fase di presentazione degli emendamenti entro il 5 novembre. Poi il testo, in base al calendario dalla conferenza dei capigruppo, dovrà arrivare in aula entro il 18 novembre, per l’approvazione di Palazzo Madama entro il 22 novembre. Poi, la Legge di Stabilità andrà alla Camera.