Per proteggere gli Stati membri dagli attacchi terroristici, incidenti o disastri, l’Unione Europea corre ai ripari e vara una direttiva per la
protezione delle Infrastrutture critiche.
Pronta per la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale Europea la "Direttiva per l’individuazione e designazione delle infrastrutture critiche europee e la
valutazione della necessità di migliorarne la protezione" detta regole comuni e che dovranno essere condivise dagli Stati membri per il monitoraggio, la prevenzione, la comunicazione e la gestione delle emergenze.
E mentre si attende che anche il nostro Paese vari uno specifico piano
strategico per la protezione, l’UE individua i settori prioritari per la
sicurezza: energia e trasporto aereo, stradale e ferroviario, ed in seconda battuta, il settore delle telecomunicazioni.
La norma individua le ECI (infrastrutture critiche europee)che possono, se modificate, colpite o danneggiate da errore umano, da evento
climatico o da atto criminoso, produrre effetti rilevanti a livello nazionale ed internazionale.
«Avere il know how significa non dover dipendere da altri Paesi ma, anzi, candidarsi ad essere leader in questo settore tecnologico oggi più che mai strategico», a dichiararlo Salvatore Tucci, presidente dell’AIIC, l’associazione che raccoglie i maggiori esperti italiani nel campo delle infrastrutture critiche, pubbliche e private.
«Per i gestori di tali infrastrutture critiche europee ci sarà l’obbligo di dotarsi di un Piano della sicurezza per ridurre al massimo la vulnerabilità a fronte delle diverse minacce, con in primo luogo il rischio terroristico e, comunque, adottando una politica all-hazard (allarme per qualsiasi minaccia rilevante) che sia in grado di fronteggiare il maggior numero di rischi possibili» aggiunge Tucci.
I gestori delle Infrastrutture critiche europee dovranno istituire "punti di contatto" così come ogni Stato membro al fine di favorire lo scambio di informazioni tra diversi soggetti coinvolti: i gestori e i governi nazionali e le Istituzioni comunitarie.