Bonus Ristrutturazione 2025 per la seconda casa di famiglia

Risposta di Barbara Weisz

17 Gennaio 2025 09:25

Simone chiede:

Il coniuge convivente che sostiene la ristrutturazione della seconda casa di proprietà della moglie, può detrarrne la spesa 2025 ed in quale misura?

Innanzitutto, le confermo che il coniuge convivente può utilizzare la detrazione fiscale per le ristrutturazioni edilizie, naturalmente previo sostenimento della spesa. Per quanto riguarda l’entità dell’agevolazione 2025, si applicano le novità introdotte dalla Legge di Bilancio.

Le ristrutturazioni edilizie quest’anno sono agevolate al 50% esclusivamente nel caso di lavori effettuati sulla prima casa. Nel vostro caso, si tratta di interventi relativi a un immobile di villeggiatura,, quindi una seconda casa. Di conseguenza, l’aliquota agevolativa 2025 è pari al 36%. Il tetto di spesa, invece, resta invariato a 96mila euro.

Le regole sono contenute nel comma 55 della Manovra 2025 (Legge 207/2024), che va a  modificare l’articolo 16 del dl 63/2013 e stabilisce che per gli interventi di ristrutturazione edilizia, spetti

una detrazione dall’imposta lorda pari al 36 per cento delle spese sostenute nell’anno 2025 e al 30 per cento delle spese sostenute negli anni 2026 e 2027, fino a un ammontare complessivo delle stesse non superiore a 96mila euro per unità immobiliare.

L’agevolazione fiscale:

è elevata al 50 per cento delle spese sostenute nell’anno 2025 e al 36 per cento delle spese sostenute negli anni 2026 e 2027 nel caso in cui le medesime spese siano sostenute dai titolari del diritto di proprietà o di un diritto reale di godimento per interventi sull’unità immobiliare adibita ad abitazione principale.

Infine, per quanto riguarda il diritto a utilizzare l’agevolazione, la Guida alle ristrutturazioni edilizie dell’Agenzia delle Entrate chiarisce che fra gli aventi diritto sono ricompresi i seguenti familiari conviventi del possessore o detentore dell’immobile oggetto dell’intervento: coniuge, parenti entro il terzo grado e affini entro il secondo grado.

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Risposta di Barbara Weisz