Tasse 2024: aumento IVA, IVIE e IVAFE

di Teresa Barone

Pubblicato 19 Febbraio 2024
Aggiornato 21:17

Aumento tasse beni all'estero e stretta aliquote agevolate: circolare delle Entrate sulle novità 2024 in materia IVA, IVIE e IVAFE e imposta di registro.

Pubblicati la circolare attuativa dell’Agenzia delle Entrate (la n. 3/E del 16 febbraio) con i chiarimenti e le indicazioni sugli aumenti in materia di IVA, IVAFE e imposta di registro, introdotte dalla Legge di Bilancio (L. 213/2023), dal decreto Anticipi (Dl. 145/2023) e dal decreto Salva-infrazioni (Dl 69/2023).

I provvedimenti modificano la tassazione di immobili e risparmi detenuti all’estero, determinando un aumento delle aliquote applicate alle rispettive imposte, IVA, IVIE e IVAFE. Nuove esenzioni, invece, per l’imposta di registro.

Vediamo i dettagli.

Aumento IVIE: imposta all’1,06% dal 2024

Per quanto riguarda l’IVIE, nello specifico, è previsto un aumento dell’aliquota ordinaria che passa dallo 0,76% all’1,06%.

Hanno l’obbligo di versare l’IVIE le persone fisiche residenti in Italia che possiedono immobili all’estero, destinati a qualsiasi uso: si tratta di proprietari di fabbricati, aree fabbricabili e terreni, titolari dei diritti reali di usufrutto, uso o abitazione, locatari per gli immobili concessi in locazione finanziaria.

L’imposta, invece, non si applica al possesso degli immobili adibiti ad abitazione principale e alla casa coniugale assegnata al coniuge, in caso di separazione legale, annullamento, scioglimento o cessazione degli effetti civili del matrimonio.

IVAFE: imposta al 4 per mille annuo

È l’articolo 1 della Legge 213/2023, al comma 91, a stabilire gli incrementi delle sull’imposta sul valore degli immobili e l’imposta sul valore delle attività finanziarie detenute all’estero.

Varia dal 2 al 4 per mille annuo, invece, l’aliquota di riferimento per il calcolo dell’imposta IVAFE, come si legge nel testo della Manovra.

L’imposta è stabilita nella misura del 4 per mille annuo, a decorrere dall’anno 2024, del valore dei prodotti finanziari detenuti in Stati o territori aventi un regime fiscale privilegiato individuati dal decreto del Ministro dell’economia e delle finanze 4 maggio 1999, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 107 del 10 maggio 1999.

A versare l’IVAFE, come stabilito dall’Agenzia delle Entrate, sono le persone fisiche residenti in Italia che detengono all’estero prodotti finanziari, conti correnti e libretti di risparmio.

Per entrambe le imposte, sono soggetti passivi anche gli enti non commerciali e le società semplici, residenti sul territorio italiano.

Aliquote IVA al restyling

La Circolare commenta le novità della Manovra in merito all’imposta sul valore aggiunto. In particolare:

  • per le cessioni di alcuni prodotti per l’infanzia e l’igiene femminile le aliquote IVA sono aumentate al 10%. Per i seggiolini per bambini al 22%. L’IVA al 10% sul pellet di legno è prorogata per i solimesi di gennaio e febbraio 2024.
  • lo sgravio IVA per i domiciliati e residenti fuori dell’Unione Europea (free shopping extra-UE) è ridotto a 70 euro sui beni destinati all’uso personale o familiare, trasportati nei bagagli personali fuori del territorio doganale.
  • sono introdotto controlli anti-frode (commi 9 e 9-bis dell’articolo 1 del Dl n. 262/2006) sulle immatricolazione e voltura di autoveicoli, motoveicoli e loro rimorchi provenienti dalla Città del Vaticano e della Repubblica di San Marino, con riferimento ai veicoli).

Imposta di registr: nuove esenzioni

La novità questa volta è contenuta nel Decreto Anticipi, che all’articolo 16, comma 2-bis, lettera a) proroga al 30 giugno 2024 l’esenzione dall’imposta di registro per le modifiche allo statuto di associazioni sportive dilettantistiche e società sportive dilettantistiche.

L’esenzione ricomprende le modifiche o integrazioni riguardanti la possibilità di esercitare attività secondarie e strumentali rispetto a quelle istituzionali e la ridefinizione delle clausole di incompatibilità degli amministratori.

Esenzione dall’imposta anche per la prima casa di persone trasferite all’estero per ragioni di lavoro dopo aver risieduto o lavorato in Italia per almeno cinque anni (la novità è nel decreto Salva-Infrazioni).