PIL in calo, Italia in recessione: per Padoan niente manovra

di Barbara Weisz

Pubblicato 6 Agosto 2014
Aggiornato 16 Novembre 2014 08:02

PIL 2014 in calo, Italia tecnicamente in recessione per la terza volta, PMI alle corde: il Governo nega l'esigenza di una manovra anticipata e punta su riforme e politiche per la crescita nella Legge di Stabilità 2015.

Per l’ISTAT l’Italia è in “recessione tecnicasenza alcuna sospirata ripresa: si moltiplicano i timori per il PIL 2014, Piazza Affari reagisce ai dati macroeconomici segnando la performance peggiore d’Europa, ma il Governo insiste: niente manovra aggiuntiva, dice Padoan, l’Italia ce la farà…

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Dati ISTAT 2014

La doccia fredda è arrivata con i dati aprile-giugno 2014: PIL in calo congiunturale dello 0,2%, mentre il tendenziale (ovvero il confronto con il secondo trimestre 2013) è negativo per lo 0,3%. Il primo trimestre aveva a sua volta segnato un calo congiunturale dello 0,1%. Al momento, la variazione 2014, che riguarda l’intero primo semestre, è sotto dello 0,3%. Recessione, appunto. Il +0,1% segnato a fine 2013 è già un ricordo lontano, non ha segnato l’inizio di una nuova fase, anzi rischia di portare il paese nel baratro di una “triple dip” (terza recessione) difficile da sostenere.

Recessione in corso

E’ uno degli scenari economici peggiori che si possano immaginare, con pochi precedenti. Un dato non brillante era atteso, ma non in queste proporzioni. Inutile sottolineare le conseguenze di una nuova, prolungata, fase negativa sul mondo delle imprese già messo a durissima prova da tanti anni di crisi.

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Manovra in agguato?

In questo scenario interviene il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, che continua a definirsi «convinto che esistano segnali positivi che andranno apprezzandosi nei prossimi trimestri e nei prossimi anni». Al direttore del Sole 24 Ore che esprime il timore di tutti (“finiremo con la troika”), risponde: «no, no, assolutamente no». Traduzione: non ci sarà bisogno di un salvataggio internazionale come quello di cui è stata protagonista la Grecia, e anzi, insiste il ministro, nemmeno di una manovra aggiuntiva. Un punto, quest’ultimo, ribadito anche davanti ai nuovi dati ISTAT.

Imprese furiose

Le imprese però non ci credono. L’ufficio studi di Confcommercio, alla luce dei dati sul secondo trimestre, ritiene «arduo il percorso di risalita nei prossimi due trimestri per far sì che il 2014 si chiuda con una variazione positiva del Pil». Per arrivare a un +0,3%, sarebbe necessaria «una robusta doppia accelerazione dello 0,8% congiunturale» nel terzo e quarto trimestre, «un evento statisticamente infrequente per l’Italia». Secondo l’associazione delle PMI,

«quello che serve è uno shock forte al sistema produttivo che può derivare solo da riforme economiche di ampio respiro, accompagnate da una semplificazione e da una maggiore efficienza del quadro istituzionale, con l’inderogabile obiettivo di ridurre la spesa pubblica improduttiva e, finalmente, tagliare le tasse su tutte le famiglie e tutto il sistema produttivo».

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Ripresa lontana

Ricordiamo che se le previsioni 2014 di FMI, Bankitalia e Confindustria sono state riviste al ribasso, quelle del Governo restano ancorate a un +0,8% che, a questo punto, appare un obiettivo irraggiungibile. Crescita ridotta significa rapporto tra Deficit e PIL, pericolosamente vicino alla fatidica soglia del 3% imposto dal Patto di Stabilità europeo sopra la quale scatta la procedura di infrazione. «Il 3% nel 2014 e anche nel 2015 non sarà superato» insiste Padoan. La ricetta: riforme strutturali.

Riforme in vista

In primis quelle istituzionali, che diano stabilità politica al Paese. E poi «riforma del mercato del lavoro, della pubblica amministrazione e riforma fiscale»; scelte «che migliorano la competitività e la crescita del Paese nel medio lungo periodo». Alcune sono già in corso d’opera (vedi decreto competitività, o l’atteso Sblocca Italia previsto per fine agosto). Il problema, aggiunge Padoan, è che i benefici reali si vedranno in un orizzonte di medio periodo. Fondamentali anche le misure di sostegno alla crescita che saprà attivare l’Europa tutta. La strategia italiana nel semestre di presidenza è nota: «riforme strutturali, investimenti e maggiore integrazione, sia del mercato interno sia con i mercati globali», riassume Padoan.

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Legge di Stabilità 2015

Staremo a vedere. Nel frattempo, inutile negarlo, l’appuntamento fondamentale è quello con la prossima Legge Finanziaria. Dando credito alle ripetute rassicurazioni dell’Esecutivo sul fatto che non ci sarà manovra aggiuntiva, sembra più che probabile che i tempo della Legge di Stabilità 2015 vengano il più possibile velocizzati. Sui contenuti della Manovra, Padoan si limita a confermare che ci sarà la stabilizzazione strutturale del bonus IRPEF da 80 euro (il taglio del cuneo fiscale) .

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Altra certezza: il Governo sta lavorando sul pacchetto Sblocca Italia, che a sua volta conterrà misure di rilancio. E, aggiunge Padoan, «nella riunione Ecofin (Ministri finanziari dei partner UE, ndr) di settembre dedicheremo molta attenzione a misure concrete di sostegno agli investimenti». Sul fronte delle politiche per la crescita da una parte e dell’andamento dell’economia reale dall’altra, si prepara un autunno particolarmente impegnativo.

 sul PIL nel secondo trimestre 2014