Nuovo Salva-Roma: 570 mln nelle casse capitoline

di Teresa Barone

3 Marzo 2014 09:42

Via libera al nuovo Salva-Roma: stanziati fondi fino a 570 milioni di euro ma con obbligo di risanamento.

I conti della Capitale sono al sicuro: dal Consiglio dei Ministri è arrivato il sì al Decreto Enti Locali che contiene le misure successive al ritiro del Salva-Roma, oltre al via libera all’aumento della TASI e all’eliminazione della WebTax. Nelle casse del Comune di Roma arrivano 570 milioni di euro finalizzati a garantire l’equilibrio economico, oltre a 20 milioni di euro da utilizzare per la raccolta differenziata dal 2014 al 2016.

Rilancio della Capitale

Il nuovo Decreto è stato accolto molto positivamente dal Sindaco Ignazio Marino, che non solo ha espresso gratitudine nei confronti del presidente del Consiglio Matteo Renzi e del sottosegretario alla presidenza Graziano Delrio per aver consentito «il rilancio operoso dell’economia della Capitale», ma ha anche sottolineato la sua intenzione di non aumentare « le tasse ai cittadini romani, che hanno il diritto di avere servizi all’altezza».

Obbligo di risanamento

È dal sottosegretario Delrio che arriva, inoltre, l’indicazione relativa all’obbligo di risanamento dei conti del Campidoglio a prescindere dall’approvazione delle nuove misure. Il comunicato diffuso dall’esecutivo afferma informa infatti sulle linee guida da seguire per pianificare la riorganizzazione delle risorse capitoline: «Il Comune di Roma prepari piani di rientro pluriennali dal debito, dettando i criteri per tale rientro corrispondenti a quelli introdotti in sede parlamentare e cioè: applicare le disposizioni finanziarie e di bilancio e i vincoli in materia di acquisto di beni e servizi e di assunzione di personale; operare una ricognizione dei fabbisogni di personale nelle società partecipate; adottare modelli innovativi per la gestione dei servizi di trasporto pubblico locale, di raccolta dei rifiuti e di spazzamento delle strade anche ricorrendo alla liberalizzazione; procedere, se necessario, alla dismissione o alla messa in liquidazione delle società partecipate che non risultino avere come fine sociale attività di servizio pubblico; valorizzare e dismettere quote del patrimonio immobiliare del Comune.» (=> Leggi tutte le news per le PMI del Lazio)