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Contributi prescritti e rendita vitalizia per la pensione: requisiti e domanda

di Anna Fabi

24 Agosto 2023 16:46

Rendita vitalizia per la pensione nel privato e nelle Pubbliche Amministrazioni: come valorizzare i periodi assicurativi con contributi in prescrizione.

I periodi di contribuzione caduti in prescrizione e relativi a prestazioni di lavoro nel settore privato non possono più essere regolarizzati pertanto, per renderli utili in casse pensionistiche – anche ex INPDAP (CTPS, CPDEL, CPI, CPS e CPUG) – è necessario costituire una rendita vitalizia, versando il relativo onere economico di riscatto.

Le istruzioni per la valorizzazione dei periodi relativi alla contribuzione prescritta e le modalità di applicazione della rendita vitalizia di cui all’articolo 13 della legge 12 agosto 1962, n. 1338, sono contenute in via generale nella Circolare INPS n.25/2020, con successivi provvedimenti per alcuni casi specifici.

Rendita vitalizia: costituzione o riscatto

Sono riscattabili (anche in via parziale) i periodi di lavoro per i quali non è stata versata la contribuzione e questa non può più essere versata per il decorso della prescrizione. La costituzione della rendita vitalizia o riscatto può essere richiesta:

  • dal datore di lavoro che ha omesso il versamento dei contributi e intende mettersi in regola;
  • dal lavoratore anche nel caso in cui presti ancora attività lavorativa o abbia già ottenuto la pensione;
  • dai superstiti del lavoratore.

=> Costituzione rendita vitalizia e prescrizione contributi

Negli ultimi due casi, per ottenere la rendita, si dovrà provare l’esistenza del rapporto di lavoro stesso, la sua durata e la continuità della prestazione (si veda la Circolare INPS 78/2019). La durata, la continuità della prestazione e l’ammontare della retribuzione possono essere provati anche con mezzi verbali.

Per gli importi contributivi omessi, invece, si deve ricorrere a documenti certi come buste paga, libretti di lavoro, lettere di assunzione o di licenziamento, benserviti, libri paga e matricola o altri documenti attinenti al rapporto di lavoro ), prodotti anche in copia autenticata.

Chi può ottenere la rendita vitalizia

La facoltà di riscatto, inizialmente prevista solo per rapporti di lavoro di natura subordinata, oggi è riconosciuta anche in favore di: familiari coadiuvanti e coadiutori dei titolari di imprese artigiane e commerciali; collaboratori del nucleo diretto coltivatore diverso dal titolare; iscritti alla Gestione Separata senza obbligo di versamento diretto della contribuzione, essendo la propria quota trattenuta e versata dal committente/associante.

Domanda di rendita vitalizia

La domanda si presenta direttamente, da parte del lavoratore o del datore di lavoro che ha omesso il versamento. I periodi o le differenze retributive così valorizzati saranno utili sia ai fini del diritto alla prestazione sia ai fini della misura.

=> Costituzione rendita vitalizia: come fare domanda

Se la domanda è presentata dal lavoratore, esiste una procedura telematica specifica, accessibile dal nuovo portale per la presentazione telematica delle domande di riscatto ai fini pensionistici e di ricongiunzione di periodi contributivi. In alternativa, ci si rivolge al Contact Center multicanale da telefono fisso (numero verde 803 164) o cellulare (06 164164, a pagamento) oppure a patronati e intermediari, anche senza credenziali.  Se il richiedente è il datore di lavoro, la domanda deve essere presentata all’INPS con il modulo Rend. Vit. Riv. COD. AP81 o, in alternativa, tramite enti di patronato.

Quanto costa riscattare periodi prescritti

Il calcolo dell’onere di riscatto è determinato con le norme che disciplinano la liquidazione della pensione, con sistema retributivo o contributivo, in base alla collocazione temporale dei periodi da riscattare, anche ai fini del computo delle anzianità. Nel provvedimento di accoglimento della domanda di riscatto per rendita vitalizia, notificato tramite raccomandata, sono indicate le modalità per il pagamento e i termini per effettuare il versamento.