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Manovra finanziaria 2011 è legge: in vigore tagli e rincari

di Noemi Ricci

18 Luglio 2011 10:00

Manovra finanziaria 2011, entrano in vigore da oggi le norme contenute nel decreto approvato in tempi da record. Già da oggi partono i rincari per i bolli su deposito titoli e stock option.

Manovra finanziaria 2011, dopo l’approvazione e la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, le nuove norme sono in vigore da lunedì 18 luglio: al via i pagamenti sui bolli su deposito titoli e stock option. Sul fronte riforma pensioni, dal 1° agosto partiranno i prelievi per le pensioni d’oro, mentre per quanto riguarda i tagli alle agevolazioni fiscali si procederà a partire dal 1° ottobre con quelli applicati alle ristrutturazioni edilizie. Non c’è invece traccia di alcun taglio ai costi della politica.

Con la Manovra finanziaria 2011 integrata con i nuovi emendamenti, via libera a liberalizzazione delle professioni, patto di stabilità e concessionarie.

Lo Spesometro obbliga d’ora in poi gli istituti finanziari a segnalare le operazioni rilevanti ai fini IVA effettuate con carte di credito per importi superiori ai 3mila euro.

L’innalzamento dell’età pensionabile rivista nella manovra finanziaria scatterà dal 1° gennaio 2020 per le donne, mentre già a partire dal 1° gennaio 2013 per le pensioni di vecchiaia bisognerà attendere 3 mesi in più. Poi si passerà a 4 mesi in più per il periodo che va dal 2016 al 2030 e nuovamente a 3 mesi dal 2030 al 2050.

Per chi maturerà 40 anni di contributi nel 2012 la finestra, rivista nella manovra finanziaria 2011, slitta di un mese, di due dal 2012 e di tre dal 2013. Rivisti i criteri per le rivalutazioni delle pensioni per il biennio 2013-2014: pari al 90% per quelle tra 1.400 e 2.340euro e del 70% sui primi 1.400 euro per quelle sopra i 2.340 euro. Dal 1 agosto 2011 sulle pensioni d’oro verrà detratto un contributo di solidarietà pari al 5% sulla parte eccedente i 90mila euro e del 10% per quella sopra i 150mila euro lordi.

Infine, per le aziende farmaceutiche dal 1 gennaio 2013 scatterà il pagamento del 35% del deficit della spesa per farmaci degli ospedali, per un carico totale che sfiorerà gli 800 miliardi di euro.

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