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Rimborso IMU di gennaio: le opzioni di Governo

di Barbara Weisz

Pubblicato 2 Dicembre 2013
Aggiornato 3 Dicembre 2013 13:12

Dietrofront del Governo sul conguaglio IMU 2013 a gennaio: le strade percorribili, tra acconto IVA a dicembre e rimborso IMU nel 2014.

Dall’abolizione IMU all’aumento dell’acconto IVA: è una delle ipotesi con cui il Governo pensa di risolvere il pasticcio della presunta cancellazione del saldo IMU per i proprietari di prima casa, che alla fine della fiera si è invece rivelata una chiamata alle casse per i contribuenti “sfortunati”, che risiedono cioè nei 600 e passa Comuni d’Italia che hanno aliquote 2013 superiori a quelle standard. Una cosa è certa: all’indomani della pubblicazione in G.U. del Decreto Legge che impone il pagamento di un conguaglio IMU a gennaio  (il 40% della differenza dell’aliquota comunale e statale dello 0,4%) si respira aria di marcia indietro.

Acconto IVA

Governo e maggioranza sono già all’opera per sbrogliare una matassa che la politica ha contribuito ad aggrovigliare. Le stesse forze di maggioranza che hanno approvato il Decreto ora sono tutte orientate a cambiare il provvedimento: per tutti, il nuovo balzello a carico del contribuente va evitato. Le proteste furiose hanno convinto, ma servono 150/200 milioni. E un modo per raccoglierli potrebbe essere un incremento dell’acconto IVA del 27 dicembre. Di quanto? Di qualche punto rispetto all’attuale 88%.  Si tratta di un adempimento che riguarda tutti i contribuenti IVA, tranne quelli esonerati dalle liquidazioni periodiche, mensili o trimestrali. In questo modo si troverebbero i soldi per evitare di imporre il conguaglio di gennaio. Ma per è solo un’ipotesi.

Rimborso IMU

Un’altra strada percorribile è invece quella del rimborso del conguaglio IMU che i contribuenti, entro il 16 gennaio 2014, devono pagare. Si tratterebbe di una mini-IMU da versare adesso per poi essere rimborsata. Insomma, un farraginoso doppio passaggio burocratico per azzerare una tassa appena introdotta e ancora non partita.

Tempistica

Ad ogni modo, per reperire le risorse necessarie a coprire il famoso 40% a carico dei contribuenti – sulla differenza tra gettito già coperto dallo Stato e gettito aggiuntivo previsto in alcuni Comuni – le strade sono poche e i tempi sono stretti. Tra l’altro, fino al prossimo 9 dicembre i Comuni potrebbero decidere aumenti dell’aliquota, e quindi fino a quel momento non è possibile fare i calcoli con precisione. Esiste poi la questione dell’iter normativo: il decreto IMU è in Gazzetta Ufficiale, il che significa che è esecutivo dal 30 novembre e, in mancanza di nuovi provvedimenti, il 16 gennaio i contribuenti dovranno pagare il conguaglio IMU.In ultima anlisi, o il Parlamento accelera sui tempi di conversione in legge del decreto o il Governo interviene con un altro provvedimento che entri in vigore prima del 16 gennaio. Un pasticcio che si poteva evitare.