Reverse charge e Split payment: CNA in rivolta

di Teresa Barone

Pubblicato 10 Febbraio 2015
Aggiornato 11 Febbraio 2015 13:27

CNA Pisa contro la normativa del Reverse charge IVA e dello Split payment: a rischio l’attività di 15mila imprese locali.

Dal 1 gennaio 2015 si è ampliata la platea degli interessati alla normativa del Reverse charge e dello Split payment: anche le imprese attive nei servizi di pulizia, demolizione, installazione impianti e completamento di edifici devono sottostare al nuovo regolamento relativo al regime IVA di inversione contabile. La CNA provinciale di Pisa lancia l’allarme sottolineando come, solo a livello locale, saranno circa 15mila le imprese “danneggiate” dal nuovo sistema.

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La nota della CNA

Secondo CNA Pisa, sia il Reverse charge sia lo Split payment impongono eccessivi oneri per il rimborso dei crediti IVA spettanti alle imprese:

«È evidente l’intento di colpire l’evasione IVA, un proposito che Cna condivide in pieno e senza riserve. Non è però accettabile che, per combattere pochi evasori, il governo abbia scelto di penalizzare migliaia di imprenditori onesti e corretti che lavorando con gli enti pubblici, nell’edilizia, nell’impiantistica, nelle pulizie e in alcuni comparti della distribuzione organizzata, vedono maturare crediti IVA talmente alti che non è possibile compensare.»

Abolire lo Split payment

CNA Nazionale e Rete Imprese Italia hanno inoltre chiesto al Governo di abrogare lo Split payment in vista dell’entrata in vigore della fatturazione elettronica da marzo, strumento principale per contrastare l’evasione IVA.

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