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Dichiarazione IVA e detrazione in scadenza il 30 aprile 2024

di Anna Fabi

17 Aprile 2024 11:41

Dichiarazione IVA 2024 in scadenza il 30 aprile, stesso termine per la detrazione d'imposta: guida alle regole, alla compilazione e al pagamento d'imposta.

In scadenza il 30 aprile 2024 la Dichiarazione IVA annuale (o il Modello IVA Base) all’Agenzia delle Entrate, direttamente o tramite intermediari abilitati. L’adempimento coinvolge tutte le Partite IVA, salvo determinate esclusioni. Anche i forfettari transitati in corso d’anno da un regime ordinario a quello agevolato sono tenuti a presentare l’ultima dichiarazione IVA per il periodo di imposta 2023.

Stessa scadenza per esercitare la detrazione per l’imposta già assolta sugli acquisti di beni e servizi fatturati entro il 31 dicembre scorso.

Tra le novità dei modelli IVA 2024  spiccano le modifiche ai quadri VE e VF, l’eliminazione del rigo VA16 (sospensioni Covid) e l’introduzione nel quadro VO della opzione di revoca per le imprese oleoturistiche ai fini del calcolo della detrazione IVA e del reddito con modalità ordinarie.

Vediamo tutte le regole, caso per caso.

Chi deve fare la dichiarazione IVA?

Il modello di dichiarazione annuale IVA/2024 deve essere utilizzato per presentare la dichiarazione relativa all’anno d’imposta 2023. Sono obbligati alla presentazione della dichiarazione annuale tutti i titolari di partita IVA che esercitano attività d’impresa, attività artistiche o professionali.

 Chi è esonerato dalla presentazione

Sono esonerati della Dichiarazione IVA:

  • i contribuenti che per l’anno d’imposta hanno registrato esclusivamente operazioni esenti, nonché coloro che essendosi avvalsi della dispensa dagli obblighi di fatturazione e di registrazione hanno effettuato soltanto operazioni esenti;
  • i contribuenti che si avvalgono del regime fiscale di vantaggio per l’imprenditoria giovanile e lavoratori in mobilità
  • i produttori agricoli esonerati dagli adempimenti;
  • gli esercenti attività di organizzazione di giochi, intrattenimenti e altre attività simili, esonerati dagli adempimenti Iva, che non hanno optato per l’applicazione dell’IVA nei modi ordinari;
  • le imprese individuali che hanno dato in affitto l’unica azienda e non esercitano altre attività rilevanti agli effetti dell’IVA;
  • i soggetti passivi d’imposta, residenti in altri stati membri della Comunità europea, se hanno effettuato nell’anno d’imposta solo operazioni non imponibili, esenti, non soggette o comunque senza obbligo di pagamento dell’imposta;
  • i soggetti che hanno esercitato l’opzione per l’applicazione delle disposizioni in materia di attività di intrattenimento e di spettacolo, esonerati dagli adempimenti IVA per tutti i proventi conseguiti nell’esercizio di attività commerciali connesse agli scopi istituzionali;
  • i soggetti domiciliati o residenti fuori dall’Unione europea, non identificati in ambito comunitario, che si sono identificati ai fini dell’IVA nel territorio dello Stato;
  • i contribuenti che si avvalgono del regime forfetario per le persone fisiche esercenti attività d’impresa, arti e professioni;
  • i raccoglitori occasionali di prodotti selvatici non legnosi di cui alla classe Ateco 02.30 e i raccoglitori occasionali di piante officinali spontanee ai sensi dell’articolo 3 del decreto legislativo 21 maggio 2018, n. 75, che nell’anno solare precedente hanno realizzato un volume d’affari non superiore ad euro 7.mila euro.

 Quando scade la Dichiarazione IVA?

Il modello va presentato – esclusivamente per via telematica – entro il 30 aprile. Come ogni anno sono valide anche le presentazioni effettuate 90 giorni oltre tale data ma scontano le sanzioni previste dalla legge.

La scadenza rappresenta anche il limite entro cui esercitare la detrazione per l’imposta assolta nel 2023. Quindi entro aprile è possibile esercitare il diritto alla detrazione IVA per gli acquisti di beni e servizi il cui diritto è sorto nel 2023 e le cui fatture sono state ricevute entro il 31 dicembre scorso.

Quando compilare il quadro VQ IVA?

Tra i vari quadri che compongono la dichiarazione Iva troviamo il QUADRO VQ – dedicato ai versamenti periodici omessi.

Tale quadro è stato previsto per consentire la determinazione del credito maturato a seguito di versamenti di IVA periodica non spontanei o ripresi dopo la sospensione per eventi eccezionali, relativi ad anni d’imposta precedenti quello di riferimento della presente dichiarazione.

Come si invia la Dichiarazione IVA?

La dichiarazione, da presentare esclusivamente per via telematica all’Agenzia delle Entrate, può essere trasmessa:

  • direttamente dal dichiarante;
  • tramite un intermediario abilitato;
  • tramite altri soggetti incaricati (per le Amministrazioni dello Stato);
  • tramite società appartenenti al gruppo.

La dichiarazione si considera presentata nel giorno in cui è conclusa la ricezione dei dati da parte dell’Agenzia delle Entrate.

La prova della presentazione della dichiarazione è data dalla comunicazione attestante l’avvenuto ricevimento dei dati, rilasciata sempre per via telematica. Il servizio telematico restituisce immediatamente dopo l’invio, un messaggio che conferma solo l’avvenuta ricezione del file e, in seguito, fornisce all’utente un’altra comunicazione attestante l’esito dell’elaborazione effettuata sui dati pervenuti, che, in assenza di errori, conferma l’avvenuta presentazione della dichiarazione.

 Quando scade l’IVA

I soggetti passivi IVA devono liquidare e versare l’imposta periodicamente su base mensile o, in alcuni casi, su base trimestrale utilizzando, esclusivamente in via telematica, il Modello F24. I termini di versamento variano a seconda del tipo di contribuente.

  • Contribuenti mensili: la liquidazione e il versamento IVA a debito va fatta entro il giorno 16 del mese successivo;
  • Contribuenti trimestrali: la liquidazione e il versamento dell’imposta va fatto entro il 16 maggio, 20 agosto e 16 novembre.
    Il versamento relativo all’ultimo trimestre va effettuato in sede di conguaglio annuale entro il 16 marzo dell’anno successivo, salvo la possibilità di usufruire dei maggiori termini previsti per il versamento delle imposte dovute in base alla dichiarazione dei redditi.

Quando si versa l’IVA trimestrale?

I contribuenti che effettuano mensilmente la liquidazione IVA devono versare necessariamente entro il 16 del mese successivo. I contribuenti trimestrali, invece, devono rispettare le scadenze del 16 maggio (primo trimestre), 20 agosto (secondo trimestre) e 16 novembre (terzo trimestre).

 Come si versa l’IVA trimestrale?

Per i contribuenti trimestrali, la liquidazione e il versamento dell’imposta va fatto entro il 16 del secondo mese successivo a ciascuno dei primi tre trimestri solari (16 maggio, 20 agosto e 16 novembre). Il versamento relativo all’ultimo trimestre va effettuato in sede di conguaglio annuale entro il 16 marzo dell’anno successivo, salvo la possibilità di usufruire dei maggiori termini previsti per il versamento delle imposte dovute in base alla dichiarazione dei redditi.

La liquidazione trimestrale IVA può essere scelta dai contribuenti che nell’anno solare precedente hanno realizzato un volume d’affari non superiore a:

  • 400.000 euro, per i lavoratori autonomi e per le imprese che hanno come oggetto della propria attività la prestazione di servizi,
  • 700.000 euro, per le imprese che esercitano altre attività.

 Come funziona il pagamento IVA?

L’IVA dovuta in base alla dichiarazione annuale deve essere versata entro il 16 marzo di ciascun anno nel caso in cui il relativo importo superi euro 10,33 (10,00 euro per effetto degli arrotondamenti effettuati in dichiarazione).

I contribuenti possono versare in unica soluzione a rate. Le rate devono essere di pari importo e la prima rata deve essere versata entro il termine previsto per il versamento dell’IVA in unica soluzione. Le rate successive alla prima devono essere versate entro il giorno 16 di ciascun mese di scadenza ed in ogni caso l’ultima rata non può essere versata oltre il 16 novembre.

Sull’importo delle rate successive alla prima è dovuto l’interesse fisso di rateizzazione pari allo 0,33% mensile, pertanto la seconda rata deve essere aumentata dello 0,33%, la terza rata dello 0,66% e cosi via.

Quando fare l’opzione IVA trimestrale

L’opzione deve essere comunicata nella prima dichiarazione annuale IVA da presentarsi successivamente alla scelta operata e ha effetto dall’anno in cui è esercitata e fino a revoca, salvo il superamento del limite sopra indicato.

Come si paga

I versamenti periodici relativi all’IVA sono effettuati utilizzando il modello F24, in modalità esclusivamente telematica.

Chi la versa

I contribuenti interessati dal versamento dell’IVA sono:

  • società di persone, società semplici, Snc, Sas, Studi Associati;
  • imprenditori artigiani e commercianti, agenti e rappresentanti di commercio, ecc.;
  • lavoratori autonomi, professionisti titolari di partita Iva iscritti o non iscritti in albi professionali.

Quando si fa la LiPE?

I soggetti passivi IVA devono presentare il modello “Comunicazione delle liquidazioni periodiche IVA” (LiPE IVA) per comunicare i dati contabili riepilogativi delle liquidazioni periodiche dell’imposta.

Chi non deve presentare le LiPE

Sono esonerati dall’adempimento i soggetti passivi non obbligati alla presentazione della dichiarazione annuale Iva o all’effettuazione delle liquidazioni periodiche, sempre che, nel corso dell’anno, non vengano meno le condizioni di esonero.

L’obbligo di invio della Comunicazione non ricorre in assenza di dati da indicare mentre sussiste nell’ipotesi in cui occorra evidenziare il riporto di un credito proveniente dal trimestre precedente.

Cosa succede se non invio la LiPE

L’omessa, incompleta o infedele comunicazione dei dati delle liquidazioni periodiche è punita con l’applicazione di una sanzione amministrativa che va da euro 500 a 2mila euro.

La sanzione è ridotta alla metà se la trasmissione è effettuata entro i quindici giorni successivi ai termini per l’invio della comunicazione, ovvero se, nel medesimo termine, viene effettuata la trasmissione corretta dei dati.

Cosa rientra nella LiPE

Per trasmettere la comunicazione trimestrale Iva, occorre preparare un file xml che rispetti le specifiche tecniche e che, in particolare, contenga:

  • dati identificativi del soggetto a cui si riferisce la comunicazione,
  • dati delle operazioni di liquidazione Iva effettuate nel trimestre di riferimento,
  • dati dell’eventuale dichiarante.

 Come si corregge una LiPE

La normativa vigente stabilisce che per le rettifiche o l’annullamento dei file LI è sufficiente procedere con un nuovo invio, che sostituisce integralmente il precedente.

Quando un forfettario deve fare la dichiarazione IVA?

Coloro che applicano il regime forfetario non liquidano l’imposta, non la versano e non sono obbligati a presentare la dichiarazione e la comunicazione annuale IVA. Tuttavia, i contribuenti che sono transitati da un regime IVA ordinario al regime forfetario nel 2024 sono tenuti a presentare, entro il 30 aprile, l’ultima dichiarazione IVA, relativa al periodo di imposta 2023.

 Come funziona la contabilità forfettaria?

Il regime forfetario rappresenta il regime naturale delle persone fisiche che esercitano un’attività di impresa, arte o professione in forma individuale, purché siano in possesso dei requisiti stabiliti dalla legge e, contestualmente, non incorrano in una delle cause di esclusione.

Coloro che aderiscono al regime determinano il reddito imponibile applicando all’ammontare dei ricavi o dei compensi percepiti il coefficiente di redditività diversificato a seconda del codice ATECO che contraddistingue l’attività esercitata. Una volta determinato il reddito imponibile, il contribuente forfetario applica un’unica imposta, nella misura del 15% (la cosiddetta flat tax), sostitutiva delle imposte sui redditi, delle addizionali regionali e comunali e dell’IRAP.

Possono accedere al regime forfetario i soggetti già in attività e/o i soggetti che iniziano un’attività di impresa, arte o professione, purché nell’anno precedente:

  1. abbiano conseguito ricavi o percepito compensi non superiori a determinati limiti (ragguagliati all’anno nel caso di attività iniziata in corso di anno), diversificati in base al codice ATECO, che contraddistingue l’attività esercitata.
  2. abbiano sostenuto spese complessivamente non superiori a 5.000 euro lordi per lavoro accessorio, lavoro dipendente e per compensi erogati ai collaboratori, anche assunti per l’esecuzione di specifici progetti. Alla determinazione del limite concorrono gli utili di partecipazione erogati agli associati in partecipazione con apporto costituito da solo lavoro, nonché le somme corrisposte per le prestazioni di lavoro effettuate dall’imprenditore o dai suoi familiari
  3. il costo complessivo dei beni strumentali, al lordo degli ammortamenti, non superi, alla data di chiusura dell’esercizio, i 20.000 euro. Non concorrono alla formazione di detto limite i beni immobili.

Come funziona la tassazione forfettaria?

Il forfettario è un regime fiscale agevolato introdotto per la prima volta con la Legge di Stabilità 2015, più volte modificato nel corso degli anni. Chi rientra nel perimetro del regime forfettario fruisce di alcune semplificazioni fiscali e contabili.

In particolare i contribuenti che applicano il regime forfetario:

  • non addebitano l’IVA in fattura ai propri clienti né detraggono l’imposta assolta sugli acquisti,
  • sono esonerati dagli obblighi di liquidazione e versamento dell’imposta e di presentazione della dichiarazione annuale,
  • non sono tenuti a registrare le fatture emesse, i corrispettivi e gli acquisti,
  • non devono applicare le disposizioni relative all’obbligo di fatturazione elettronica ma, a favore dei contribuenti che pur essendo in regime forfetario hanno un fatturato annuo costituito esclusivamente da fatture elettroniche, è previsto un regime premiale, con il termine di decadenza per la notifica degli avvisi di accertamento è ridotto di un anno, ossia a quattro anni anziché gli ordinari cinque.

Inoltre, i contribuenti in regime forfetario sono esonerati da:

  • obblighi di registrazione e tenuta delle scritture contabili, fermo restando l’obbligo di tenere e conservare i registri previsti da disposizioni diverse da quelle tributarie,
  • applicazione degli indici sintetici di affidabilità fiscale,
  • ritenute alla fonte, ad eccezione di quelle sui redditi di lavoro dipendente e sui redditi ad essi assimilati e ritenuta d’acconto in relazione ai ricavi o compensi percepiti.

 Quali sono le operazioni esenti IVA

In generale, sono escluse dall’applicazione IVA tutte le operazioni in cui manca almeno uno dei seguenti tre requisiti:

  • requisito soggettivo: chi compie l’operazione è un soggetto che svolge in modo abituale un’attività commerciale o agricola, un’arte o una professione e quella operazione si riferisce all’attività economica
  • requisito oggettivo: l’operazione deve consistere in una cessione di beni o prestazione di servizi
  • requisito territoriale: l’operazione deve essere territorialmente rilevante in Italia

In mancanza di uno o più requisiti, in via generale, l’operazione è esclusa dall’Iva, quindi l’operatore non deve né addebitare l’imposta al cliente né versarla successivamente all’Erario.

Quali sono le operazioni esenti IVA ex articolo 10?

Le operazioni esenti IVA ex articolo 10 sono operazioni che non comportano il sorgere del debito d’imposta ma, come avviene per le altre operazioni IVA imponibili e non imponibili, determinano il campo di applicazione della normativa di riferimento.

Rientrano nelle categorie di esenzione:

  • prestazioni sanitarie;
  • attività educative e culturali;
  • operazioni relative a riscossione di tributi;
  • esercizio di giochi e scommesse;
  • prestazioni di mandato e mediazione;
  • operazioni in oro;
  • alcune operazioni immobiliari.

 Cosa scrivere nelle fatture in regime forfettario?

Una fattura in regime forfettario per essere in regola deve essere compilata riportando la dicitura obbligatoria:

operazione senza applicazione dell’IVA in riferimento alla normativa “art. 1 comma 58 Legge n. 190/2014”.

 Quanto pago di INPS con il regime forfettario?

Per il calcolo e il pagamento dei contributi INPS, i titolari di partita IVA in regime forfettario devono valutare la tipologia di attività svolta, ovvero se si tratta di lavoro autonomo, professionale o di impresa. Rilevano quindi diversi fattori, tra cui l’iscrizione alla Gestione separata o alla Gestione artigiani e commercianti.

  • I titolari di partita IVA con obbligo di iscrizione all’Albo e ad una cassa professionale privata dovranno far riferimento ad aliquote e regole della cassa privata di categoria (commercialisti, geometri, ecc.).
  • I titolari di partita IVA in regime forfettario iscritti alla Gestione separata INPS per professionisti senza obbligo di iscrizione ad un albo calcolano i contributi con aliquota del 26,23% sul reddito dichiarato.

Per i titolari di partita IVA che, seppur nelle stesse condizioni, sono iscritti ad altra gestione previdenziale e sono titolari di reddito da pensione il calcolo dei contributi INPS dovrà essere effettuato con aliquota del 24% sul reddito fiscale dichiarato.

Adempimenti per chi riceve una fattura da forfettario

Il contribuente con partita IVA, libero professionista, se è nel regime “ordinario”, applica nelle fatture che emette verso il committente:

  • la rivalsa IVA;
  • la ritenuta d’acconto del 20%.

La ritenuta d’acconto, poi deve essere versata dal committente entro il 16 del mese successivo a quello del pagamento della fattura stessa. Il committente, inoltre dovrà anche fare altri due adempimenti; invio al Fisco della Certificazione Unica e consegna del modello anche al professionista che ha emesso la fattura; inserimento delle ritenute nel Modello 770.

Se il professionista è in forfettario, invece, emette senza IVA e senza ritenuta d’acconto. In questo caso, dunque, il committente che riceve la fattura non dovrà poi preoccuparsi di versare nessuna ritenuta.

Che differenza c’è tra regime dei minimi e forfettario?

Il regime dei minimi è un sistema creato nel 2007 per chi apriva Partita IVA con un età inferiore ai 35 anni, ed è stato abrogato il 1° gennaio 2015. Dal 1° gennaio 2015 infatti non è più possibile aderire al regime dei minimi, dato che è stato abrogato per le nuove Partita IVA.

Coloro che hanno già aderito a questo sistema fiscale, prima di questa data si ha la possibilità di mantenerlo fino all’età dei 35 anni, oppure di passare al regime fiscale forfettario.

Come si compila una fattura

I titolari di partita IVA che hanno aderito al regime forfettario sono tenuti ad emettere la fattura elettronica. Per tutte le Partite IVA l’obbligo di fattura elettronica è previsto dal 1° gennaio 2024.

La fattura deve presentare sempre gli elementi tipici indicati all’art. 21 del DPR. N.633/1972, ovvero:

  • i propri dati fiscali (nome e cognome o ragione sociale, indirizzo completo, numero di partita IVA e codice fiscale);
  • l’indicazione “Fattura” e il numero: ciascuna fattura deve essere numerata in ordine progressivo dall’emittente;
  • la data di emissione;
  • i dati identificativi del cliente: ragione sociale o nome e cognome, indirizzo completo, codice fiscale e numero di partita IVA;
  • le caratteristiche del prodotto/servizio ceduto: descrizione dettagliata della natura, qualità e quantità dei beni ceduti o servizi prestati;
  • l’ammontare dell’imponibile;
  • la percentuale (aliquota) di IVA applicata, se prevista, oppure eventuale articolo per la non applicazione dell’IVA;
  • il totale da pagare.

 Come si registra una fattura di acquisto

In generale, la registrazione delle fatture emesse nei registri IVA deve avvenire “nell’ordine della loro numerazione ed entro il giorno 15 del mese successivo a quello di effettuazione ma con riferimento allo stesso mese di effettuazione”.