Per fronteggiare la crisi finanziaria, si moltiplicano progetti e nuovi approcci per “trarre beneficio” dalla congiuntura che obbliga a ottimizzazioni degli investimenti e a sforzi creativi per contenere costi anche in fase di ricerca e selezione dei profili più attraenti e competitivi.
Tra questi, c’è un aspetto legato al mondo dei social networking che potrebbe aver subito l’influenza di questo momento di difficoltà. Da quando la crisi è iniziata, il numero di utenti che partecipano a siti di social networking è cresciuto in modo esponenziale. I due fenomeni potrebbero anche non avere una correlazione diretta, ma è difficile credere che la crisi non spinga a cercare nuove opportunità laddove è più semplice interagire dinamicamente (o forse la precarietà lavorativa ha sviluppato il talento nell’uso di Internet?).
Il Web e in particolare i siti di social networking sembrano quindi attirare navigatori alla ricerca di occupazione, permettendo il monitoraggio continuo delle offerte che vengono rese disponibili nel tempo e la veicolazione del proprio curriculum vitae online. Oltre a MySpace, infatti, altri siti molto noti hanno visto gli iscritti crescere in maniera considerevole: pensiamo a LinkedIn, che è passato dai 18 milioni dei primi mesi 2008 ai 31 milioni di dicembre, oppure a Xing,Viadeo, Plaxo o a Facebook stesso, la vera rivelazione del 2008, che da portale per ricercare vecchi compagni con macchinose conferme di amicizia sta divendando aggregatore di campagne di pensiero “di impegno sociale”.
Offrendo facili opportunità di connessione e interattività attraverso “gruppi finalizzati” secondo tematiche ben precise è facile costruirsi l’obiettivo stesso dell’aggregarsi. Dalla condivisione degli obiettivi (business) allo sviluppo di attività il passo è breve.
La commistione dell’opportunità di confrontarsi del classico “blog” e l’accessibilità a profili personali caratteristici del “social web” rende vincente ed immediata la competence research. Il portfolio dei Web profiles rende sempre più appetibile l’introduzione e lo sviluppo di nuovi portali alla conquista di nuovi figure professionali e l’Italia è al centro dell’attenzione (es. Plaxo in lingua italiana, nuova sede in Italia per Xing).
La guerra si combatte sul filo dei parametri tipici dei fattori di successo di un sito Web e facilmente verificabili (accessi quotidiani, contatti reciproci, trend di crescita del portfolio di utenti), ma niente paura: le attese confermano che c’è spazio per tutti.