Italia 2.0? Non ancora…

di Paolo Iasevoli

12 Marzo 2007 10:32

Si è appena concluso a Milano il Cisco Expo, evento organizzato dalla società californiana in cui esperti e imprenditori hanno fatto il punto sul Web 2.0

Il Cisco Expo, conclusosi a Milano nel week-end, ha ritratto una situazione tutt’altro che rosea ma con buone prospettive di miglioramento. L’Italia insomma non è ancora 2.0 pur dimostrando di avere le capacità per diventarlo nel prossimo futuro.

Il sindaco di Milano Letizia Moratti ha fatto gli onori di casa enfatizzando l’importanza del capitale umano nei processi di innovazione: le nuove tecnologie sono del tutto inutili senza persone adeguatamente competenti. In questo l’Italia e l’Europa fanno segnare un distacco notevole rispetto agli USA, con gli investimenti in sviluppo delle risorse umane che nell’UE sono circa la metà rispetto a quelli statunitensi.

La situazione mostrerebbe, secondo l’Amministratore Unico di Altana Marina Salamon, una medaglia a due facce. Da un lato il nostro Paese è dotato delle «fantastiche nicchie di libertà e di giustizia» costituite dalle imprese, nelle quali si crea innovazione sviluppo. Ad esse corrispondono però «luoghi di tremenda ingiustizia» come le Pubbliche Amministrazioni e le baronie universitarie, ambienti non meritocratici che bloccano i processi innovativi e di ricerca. Il consiglio della Salamon è quello di non provare neanche ad entrare in questi ‘luoghi’, optando direttamente per un impiego all’estero.

Mauro Righetti, AD Italtel, sottolinea che anche il sistema politico fa la sua parte nel fermare l’innovazione, a causa di dinamiche troppo legate alle correnti partitiche. Tuttavia, nonostante i numerosi problemi, l’Italia ha sempre dimostrato di saper reagire e il solo fatto di aver preso coscienza di un tema strategico come l’innovazione è un passo avanti.

Dello stesso parere Guido Barilla, presidente dell’omonima azienda, che evidenzia l’importanza di eventi come il Cisco Expo per lo stimolo di un Paese che «spera molto ma non sempre fa molto».

In questo processo un ruolo importante potrebbe essere giocato non solo dalle aziende ma anche dai singoli utenti, come spiega Jeff Israeli, corrispondente di Time Magazine in Italia. Per il Time, infatti, la ‘persona dell’anno’ è l’utente di internet, protagonista del Web 2.0. Quella che si sta formando è una comunità che ha voglia di far sentire la propria voce e ha anche il potere per farlo, tramite strumenti come i blog che, secondo il giornalista americano, esercitano un’influenza notevole sul mondo della politica.