Una recente sentenza della Corte di Cassazione fissa nuovi limiti per la richiesta di consulenze esterne da parte della Pubblica Amministrazione: i dirigenti che affidano incarichi a professionisti esterni devono rispondere di danno erariale, a meno che non ci sia la prova dell?oggettiva impossibilità di far svolgere il medesimo incarico all?interno dell?amministrazione.
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Lo ha stabilito la Suprema Corte con la sentenza n. 4283 del 21 febbraio 2013, attraverso la quale è stato respinto il ricorso di un gruppo di manager pubblici già condannati per l?assegnazione di consulenze al di fuori dell?ente.
La Cassazione sancisce il suo pieno diritto a verificare la legittimità degli incarichi distribuiti all?esterno dell?ente, al fine di rilevare eventuali danni di tipo erariale: in questo modo non viene violato il principio della “riserva di amministrazione? e non vengono oltrepassati i limiti esterni della giurisdizione della Corte stessa.
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«Le scelte degli amministratori, dovendo conformarsi ai suddetti criteri di legalità e a quelli giuridici di economicità, di efficacia e di buon andamento sono soggette al controllo della Corte dei Conti perché assumono rilevanza sul piano della legittimità e non della mera opportunità dell’azione amministrativa.»