La spending review potrebbe portare anche alla cancellazione di molte Province italiane, con il conseguente accorpamento di varie zone della penisola al fine di ridurre la spesa pubblica e gli oneri amministrativi. Questo è uno dei punti chiave attualmente al vaglio da parte del Governo Monti, che ha anche creato un apposito spazio Web a disposizione dei cittadini per raccogliere idee, segnalazioni e consigli provenienti dal popolo degli internauti.
Per tagliare i 4,2 miliardi della spesa pubblica, il Governo potrebbe optare per l?accorpamento di molte Province italiane, secondo criteri ancora da definire: dalle 109 attuali si dovrebbe arrivare a un numero nettamente inferiore, con la cancellazione di circa metà delle unità esistenti.
Un?ipotesi caldeggiata anche dall?Unione Europea, e che potrebbe concretizzarsi in vari modi: salvando le Province con più di 350mila abitanti, quelle con più di 450mila, o solo quelle con 500mila abitanti. In ogni caso, con la riduzione delle amministrazioni provinciali si attuerebbe anche una notevole limitazione dei costi, tenendo conto degli oneri di spesa a carico delle Province maggiori, solitamente inferiori a quelli affrontati dalle amministrazioni minori. La stessa Unione Province Italiane ha dato il suo parere favorevole all?accorpamento, che porterebbe le Province da 109 a 60.
Si tratta di una possibilità che, tuttavia, causerebbe non poche contestazioni nei centri interessati dal provvedimento, specialmente quelli caratterizzati da maggiore rivalità: basti pensare, ad esempio, al caso di Como e Lecco, Piacenza e Parma o Enna e Caltanissetta.