PA e servizi Web: il ritardo italiano

di Teresa Barone

12 Maggio 2015 09:00

Servizi e risorse online della PA: quanto li usiamo? Quanto siamo soddisfatti?

Che rapporto hanno gli italiani con i servizi online della Pubblica Amministrazione? Il dialogo è molto limitato, almeno per quanto riguarda i cittadini, tanto che solo il 36% della popolazione utilizza le risorse digitali per interagire con gli enti pubblici.

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A rivelarlo è il report illustrato nel corso dell?Assemblea dei Giovani Imprenditori Confartigianato.

Prendendo in considerazione la classifica dei 28 Stati UE, l?Italia si colloca al terzultimo posto, pari merito con la Bulgaria e leggermente superiore alla Romania. Sono le imprese della penisola a risollevare le percentuali, infatti ammonta all?85% la percentuale di aziende che utilizza i servizi online della PA, seppure le criticità non manchino.

«I ritardi dell’e-gov – afferma Marco Nardin, Presidente dei Giovani Imprenditori di Confartigianato – non contribuiscono a migliorare la situazione delle imprese italiane che pagano a caro prezzo le complicazioni della burocrazia italiana: 30.980 milioni l’anno. Soltanto per le 578.947 imprese guidate da giovani si tratta di un costo annuo pari a 2.588 milioni di euro. Ci auguriamo che il Disegno di legge di riforma della Pa venga rapidamente approvato entro l’estate per poter imprimere una svolta anche sul fronte della cittadinanza digitale.»

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Poca partecipazione e poca soddisfazione da parte dei cittadini: il 31% di chi ha usato i servizi Web della Pubblica Amministrazione, infatti, si ritiene deluso sia dalle difficoltà relative alla ricerca delle informazioni, sia all?utilità delle stesse.