Comuni wireless: in aumento copertura Wi-Fi

di Alessandra Gualtieri

8 Gennaio 2008 09:45

Ancora prima del WiMax, è il Wi-Fi la risposta tecnologica al digital divide dei piccoli Comuni italiani: lo conferma la mappatura Assoprovider

Secondo i dati resi noti nei giorni scorsi da Assoprovider, la diffusione delle tecnologie wireless nei Comuni italiani ha cominciato a concretizzarsi, toccando finalmente la prima quota a due cifre.

In base ai dati forniti dagli Isp aderenti all’Associazione, oltre il 10% dei Comuni del Bel Paese gode già di piena copertura wireless (hyperlan e radiolan) in modalità ultimo miglio. Un traguardo positivo per il Wi-Fi pubblico che, in base alla mappatura appena realizzata, procede a passi piccoli ma spediti.

La liberalizzazione dell’ultimo miglio Wi-Fi sembra aver aperto la via ad un nuovo modo di affrontare il digita divide che affligge il Paese, scongiurando il rischio di tagliare fuori dalla “grande rete”, i piccoli comuni e le aree rurali geograficamente disagiate, per le quali una copertura a banda larga tradizionale avrebbe richiesto investimenti infrastrutturali troppo ingenti.

Eppure, il Wi-Fi non è soltanto una risposta contro il gap tecnologico delle aree a “digital divide” ma anche un valore aggiunto per le grandi aree metropolitane. Come sottolinea Assoprovider, tra i Comuni coperti spiccano anche centri come
Roma, Palermo e Padova.

Esperimenti avviati dai Comuni stessi, come “Roma Wireless” nelle ville della capitale o nel quartiere Trastevere, evidenziano le potenzialità delle tecnologie di accesso broadband senza filo, che diventano un bene pubblico a servizio dei cittadini.

Alla luce dei risultati positivi dello snellimento normativo che ha consentito i progressi raggiunti in termini di copertura, Assoprovider lancia quindi un nuovo invito alle Autorità, affinché proseguano su questo cammino mettendo a disposizione in modalità “unlicensed” parte delle frequenze liberate dall’analogico.

Questo vorrebbe dire premiare un sistema a beneficio di amministrazioni e cittadini ma anche del libero mercato e delle imprese locali che vi operano. In questo modo, inoltre, si potrebbe davvero dare ai cittadini e alle amministrazioni fortemente delocalizzate una speranza di inclusione digitale.