La consulenza aiuta a superare la crisi

di Serena Frattini

14 Luglio 2011 07:40

Nonostante i budget siano stati ridotti e la consulenza dirigenziale sia calata, rimane invariata la consulenza informatica, legale e tributaria.

Budget tendenzialmente ridotti, anche drasticamente e consulenza dirigenziale calata, ma i manager non rinunciano alla consulenza informatica, legale e tributaria alla quale fanno sempre più ricorso. Lo rivela una ricerca realizzata dal centro di studi Enter dell’università Bocconi, in collaborazione con Ernest&Young. Ad essere analizzato è stato il rapporto di un campione di 301 aziende, appartenenti ai settori media/entertainment, telecomunicazioni e trasporti, con i servizi di consulenza, nel periodo dal 2005 al 2009.

Ferdinando Pennarola e Olga Annushkina, a capo della ricerca hanno rivelato un dato molto interessante che, seppure i tagli abbiano costretto le aziende a diminuire in maniera consistente l’apporto di società di consulenza in ambito dirigenziale  – nel campo dei media si è scesi dal -47,8% al -24,4%, nei trasporti dal -49,4% al -21,4% e ancora nelle telecomunicazioni dal -31,6% al -12,6% – negli ambiti più tecnici si è deciso di conservare se non di incrementare il ricorso a professionalità di consulenza.

«Molto di ciò che è percepito come “superfluo” è stato tagliato e ne è testimone la riduzione delle spese di consulenza di direzione» testimonia Pennaiola, ma la ricerca di un aiuto esterno è sempre più accurata e ben mirata proprio perché «i consulenti stanno diventando partner importanti per uscire dalla crisi».

Anche il metodo di pagamento è cambiato, come emerge dalla ricerca, le aziende, volte a contenere il più possibile le spese, puntano molto su risultati concreti a breve e medio termine, ecco perché preferiscono modalità di pagamento a “corpo” piuttosto che a “cottimo”.

Il ricorso delle aziende a società di consulenza è mirato ad ottenere soluzioni tangibili per il raggiungimento di risultati importanti, per questo ci si aspetta sempre più professionalità, competenze maggiori e profonda conoscenza del settore.

Donato Iacovone, Managing Partner Ernst & Young Italia, sottolinea che il consulente trovandosi a contatto con diverse realtà, deve essere in grado di suggerire alle aziende alternative plausibili per reinventare il business, «accompagnandole in quella che è una vera e propria rivoluzione e trasformazione dell’azienda con impatti profondi che porteranno alla definizione di nuovi modelli di business. È un percorso complesso e articolato che esplora nuove soluzioni: per questo la competenza del consulente è sempre più strategica e finisce per diventare uno dei fattori che favoriscono l’innovazione e un catalizzatore del cambiamento».