Le retribuzioni dei principali manager e dirigenti in Italia non sono in linea con gli interessi degli azionisti nel lungo periodo. Sono le conclusioni a cui giunge il primo studio di Frontis Governance, società di consulenza agli azionisti di minoranza, partner di ECGS (Expert Corporate Governance Service), dedicato all’analisi delle remunerazioni delle risorse umane delle principali società quotate italiane.
In particolare, malgrado il valore totale per gli azionisti (corsi azionari più dividendi) sia risultato negativo per oltre il 19% nel 2011, i compensi medi dei più alti dirigenti delle 38 società del FTSE-MIB prese in esame sono aumentati di oltre il 14%.
Per i Ceo, intesi come dirigenti titolari delle maggiori deleghe gestionali, le remunerazioni complessive nel 2011 sono state pari a 124,29 milioni di euro, in aumento del 15,4% rispetto ai 107,72 milioni di euro dell’anno precedente. I maggiori guadagni riguardano Tronchetti Provera, Pirelli (22,2 milioni di euro), John Elkann, Exor (8,2 milioni di euro) e Franco Bernabè, Telecom Italia (6,74 milioni di euro). I 38 Ceo delle società a maggiore capitalizzazione hanno ricevuto in media una remunerazione pari ad euro 3.270.836 nel 2011, contro i 2.911.503 euro del 2010, con un incremento del 12,34%.
Il fattore che più ha contribuito alla crescita delle remunerazioni è la parte variabile e in specie gli incentivi monetari, in genere collegati ai risultati di breve periodo.
Sotto questo profilo Frontis Governance ha riscontrato un forte squilibrio a favore degli obiettivi a breve nei piani di incentivazione delle aziende che combinati con liquidazioni eccessive portano a valutazioni negative su circa l’83% delle relazioni sulle remunerazioni esaminate. Il panorama italiano non è comunque diverso dalla situazione in Europa dove il network ECGS ha bocciato oltre l’88% delle risoluzioni assembleari legate alle remunerazioni degli amministratori esecutivi (componenti del consiglio di amministrazione non titolari di alcuna delega esecutiva, o del consiglio di sorveglianza).
Quanto alle indennità di fine mandato continuano ad essere superiori alle 2 annualità di retribuzione fissa, in contrasto con le raccomandazioni europee dell’aprile 2009, con casi eclatanti come quelli rappresentati dall’ex-Presidente di Generali Geronzi (16,65 milioni di euro) e dall’ex-amministratore delegato e presidente di Finmeccanica Guarguaglini (9,48 milioni di euro per le due cariche).
Le distorsioni nei piani retributivi non sono solo a vantaggio degli amministratori delegati ma anche degli amministratori non esecutivi, o indipendenti, che in 7 società sulle 38 analizzate hanno ottenuto compensi più alti in rapporto ad altri massimi dirigenti.