Negli Stati Uniti è stata eletta la donna manager più felice del Paese. Nessun sondaggio ufficiale, in realtà, anche perché la felicità non è facilmente misurabile: solo una rilevazione del quotidiano Usa Today, che ha insignito Mary Claire Orenic del titolo di “happiest woman in America”.
Come mai proprio a lei? “Si tratta di una donna di 50 anni con una posizione da dirigente presso la multinazionale Siemens healthcare, un figlio di 17 anni, un marito optometrista che la allevia dalle faccende domestiche e – soprattutto – la possibilità di lavorare da casa un paio di giorni la settimana. E quando va in ufficio, non impiega più di 10 minuti di auto”. Insomma: un piccolo paradiso, anche perché gli emolumenti dei manager d’oltre Atlantico sono superiori alla media di quelli italiani.
Ma forse la signora Orenic rappresenta un’eccezione, visto che non tutte possono usufruire del telelavoro e non tutte sono felici come lei, visto che un sondaggio ha rivelato che le manager o le dipendenti del gentil sesso che hanno più di 45 anni non solo sono meno felici dei colleghi uomini ma mediamente guadagnano anche di meno pur avendo le stesse funzioni e lo stesso titolo di studio.
Secondo la donna più felice d’America, questa differenza di reddito sta solo in un punto fondamentale: che gli uomini sono più bravi a trattare sul loro stipendio in fase di assunzione, riuscendo a spuntare paghe più alte a fine mese che, sommando la differenza anno dopo anno, a fine carriera raggiungono cifre elevate.
Ma la felicità è data anche dal rapporto privilegiato che ha saputo creare con i top manager dell’azienda e, in particolare, con l’amministratore delegato che “ha saputo venirmi incontro in tante occasioni, capendo he talvolta era più importante la famiglia del lavoro”. Un esempio? “Tempo fa, una riunione di lavoro era concomitante con una gara sportiva di mio figlio. Il mio capo ha capito il problema e mi ha concesso di saltare l’incontro manageriale per dedicarmi alla famiglia”.
Forse, la ricetta per la felicità sul lavoro sta tutta qui.