Parziale contrordine sulla PEC, la posta elettronica certificata di cui, entro il 29 novembre scorso, si dovevano dotare le società di persone e di capitali con sede in Italia. A causa dei problemi derivanti dall’attuale situazione economica e la volontà di non gravare sul bilancio delle imprese con oneri amministrativi, il ministero dello Sviluppo Economico ha chiesto alle camere di commercio di tutta Italia di posticipare almeno al nuovo anno le sanzioni a tutte quelle aziende che non hanno ancora comunicato il proprio indirizzo.
Il altre parole, si tratta di una proroga di fatto al 31 dicembre (se non oltre) anche perché la stragrande maggioranza delle aziende italiane ha scelto gli ultimi giorni per effettuare la comunicazione alla propria camera di commerio. Del resto i dati parlano chiaro: fino al 25 novembre, su oltre 1,2 milioni di di indirizzi PEC da ricevere, ne erano stati comunicati solo 570.000, anche a causa di problemi legati ai sistemi di accreditamento delle camere di commercio che in certi casi non erano in grado di accettare i domini di posta certificata.
Da notare che giusto un mese fa, lo stesso ministero aveva ricordato alle camere di commercio di sanzionare gli inadempienti che non avevano ottemperato agli obblighi contenuti dal decreto legislativo 158 del 2008.
La posta elettronica certificata funziona come sostituta della raccomanda ed è uno strumento utile alle aziende visto che evita le code in posta e permette di inviare file o mail in qualunque momento dal proprio computer. Il suo valore è dato dal fatto che dispone di una caratteristica tale da dare a chi la invia la certezza del suo invio e della ricezione del destinatario, proprio come succede con un invio cartaceo “raccomandato”.
Le sanzioni per chi non ottempera all’obbligo possono arrivare fino a 1.032 euro.