La Banca Centrale Europea rende noto il suo bollettino mensile sottolineando come la crisi economica nell’Eurozona non sia destinata a risolversi a breve, e come non ci siano segni evidenti di miglioramento sul fronte disoccupazione.
L’allarme lanciato dalla Bce riguarda quindi il mercato del lavoro dell’Italia e di molti paesi dell’area Euro, come la Francia, il Belgio, la Grecia, l’Olanda, il Portogallo e la Spagna, nei quali il fabbisogno di rifinanziamento pubblico è particolarmente sensibile, tanto da superare il 20% del Pil: “Le condizioni nei mercati del lavoro dell’area dell’euro continuano a deteriorarsi e le indagini congiunturali anticipano un ulteriore peggioramento nel breve termine“.
Secondo le stime della Bce relative al quarto trimestre 2011, l’occupazione è diminuita dello 0,2%, tuttavia il tasso di disoccupazione è in calo a partire dal mese di aprile 2011, stabilizzandosi nel febbraio 2012 al 10,8%: “Agli inizi del 2012 i dati delle indagini confermano una stabilizzazione dell’attività economica su bassi livelli. È attesa una ripresa graduale dell’economia dell’area Euro nel corso dell’anno, tuttavia le perduranti tensioni nei mercati del debito sovrano e il loro impatto sulle condizioni creditizie, nonché il processo di risanamento dei bilancio nel settore finanziario e in quello non finanziario e l’elevata disoccupazione in alcuni Paesi dell’area dovrebbero continuare a frenare la dinamica di fondo della crescita“.
Da parte dell’Istituto guidato da Mario Draghi, inoltre, arriva il monito rivolto ai Governi europei, chiamati a garantire bilanci pubblici solidi in uno scenario che si presenta ancora ricco di incertezze, soprattutto dal punto di vista occupazionale. I singoli stati sono infatti esortati a onorare gli impegni assunti nel Patto sui conti dell’Unione Europea, e ad attuare riforme strutturali energiche, come si legge nel rapporto della Bce: “Le autorità nazionali a dar prova della massima responsabilità per assicurare la sostenibilità dei conti pubblici, accrescere la capacità di aggiustamento dei mercati dei beni e servizi e del lavoro, incrementare la produttività e la competitività e garantire la solidità del sistema finanziario“.