Partito il primo treno privato NTV tra Napoli e Milano, partono anche le prime polemiche su dei presunti disservizi o su alcuni dettagli che non sono piaciuti agli osservatori e alle associazioni consumatori. Intanto, i primi 4 Italo hanno iniziato a percorrere questa tratta ferroviaria rompendo il monopolio di Trenitalia e aprendo una nuova stagione per il trasporto ferroviario, in attesa che i convogli salgano a 10 dal 12 maggio e 25 entro l’8 dicembre.
Ma mentre il Codacons lamenta il mancato funzionamento di internet wi fi a bordo dei treni e l’impossibilità di passare fisicamente da una classe all’altra, nasce il primo centro studi tutto italiano sui viaggi d’affari, che punta a fotografare il nuovo modo di viaggiare “su ferro”: creato da Cisalpina Tours per rilevare dati, tendenze e opportunità del mercato dei viaggi d’affari.
La prima cosa che emerge è che le aziende viaggiano sempre più in treno ma sono ancora impreparate alla nuova offerta tariffaria degli operatori ferroviari. La ricerca, condotta via web con domande a risposta multipla, è stata realizzata nel mese di marzo su un campione di oltre 500 aziende italiane di medie e grandi dimensioni, con l’obiettivo di valutare come le imprese stiano affrontando la nuova offerta degli operatori ferroviari e comprendere le loro aspettative sulle novità del settore.
Una prima panoramica conferma quanto già comunicato dai principali vettori nazionali nel corso dell’ultimo triennio: in primis, il proseguire del trend positivo della spesa per i viaggi in treno (se nel 2009 tale voce di spesa rappresentava il 5,9% del volume totale delle spese di viaggio, nel 2011 l’incidenza è stata del 7,9%), specie nella tratta Milano-Roma, che ha registrato dal 2009 al 2011 una crescita complessiva del 28,7%. È innegabile, quindi, che l’avvento dell’Alta Velocità (sulla tratta Torino-Milano-Bologna-Firenze-Roma-Napoli) abbia rappresentato il fattore decisivo dell’incremento della quota di mercato del treno, tanto che un terzo degli intervistati (35%) dichiara di aver completamente sostituito l’aereo con l’Alta Velocità nella travel policy aziendale, quando la tratta lo consentiva. Tuttavia, malgrado il 98% dei manager si dichiari pienamente o mediamente soddisfatto del servizio Trenitalia per l’Alta Velocità, quella che emerge è una situazione ancora confusa circa le recenti novità tariffarie e di servizio, con una difficoltà da parte delle aziende ad adattarsi in tempo reale alle trasformazioni del mercato, a fronte di un settore che invece evolve molto rapidamente.
Alla domanda “Ha compreso le differenze tra le diverse classi in termini di servizio?”, oltre la metà dei travel manager intervistati ha infatti rivelato di non essersi ancora compiutamente confrontato con questo tema. Nello specifico, il 33% dei manager non è ancora a conoscenza della nuova offerta dei vettori e il 25% ha dichiarato di conoscerla ma di non averla compresa fino in fondo. Permangono perplessità anche sull’utilità della ripartizione del servizio in fasce intermedie nei treni ad Alta Velocità: il 59% degli intervistati la ritiene, infatti, poco o per niente importante. Emerge di conseguenza un quadro di grande incertezza circa l’impatto che le nuove classi di servizio potranno avere sulle travel policy aziendali: la metà dei travel manager (49%) dichiara di non aver ancora adattato alle nuove condizioni tariffarie la propria policy, mentre il 37% di loro intende concentrarsi per il momento su un’unica classe. Solo il 15% si dice pronto a prevedere nella propria politica di viaggio un uso flessibile delle classi, per cogliere pienamente le opportunità offerte dalla nuova segmentazione.
Anche relativamente all’ingresso sul mercato di operatori privati, l’indagine parla chiaro. Alla domanda “Cosa si aspetta dalla concorrenza generata da NTV sulle tratte di Alta Velocità?” il 74% degli intervistati si focalizza sul vantaggio economico, mentre il restante 26% si esprime in termini di vantaggi per le aziende (14%) e per il viaggiatore (12%). Appare evidente, dunque, la discrepanza di obiettivi e aspettative tra gli operatori e le aziende. A fronte di vettori che spingono su livelli del servizio sempre più elevati, con conseguente aumento del costo medio del biglietto ferroviario, la principale aspettativa dei professionisti dei viaggi aziendali rimane quella del prezzo, dunque la speranza che da un regime concorrenziale le aziende possano trarre in primo luogo maggiori possibilità di risparmio. D’altronde, l’esigenza imprescindibile delle aziende di ottenere saving significativi è dimostrata dalla flessione dell’uso della prima classe – un decremento del 13,9% nel triennio – e dalla corrispondente “riscoperta” della seconda classe (alla quale, a onor del vero, si associano livelli di servizio più alti spetto al passato).
Questo gap tra le aspettative sul rapporto prezzo/qualità, rispecchia evidentemente focus e strategie che rispondono a logiche differenti. Se è vero che le evoluzioni dell’offerta impattano in maniera diretta sui piani aziendali, è altrettanto vero che conoscere il punto di vista dei professionisti della mobilità aziendale può indirizzare i vettori verso lo studio di politiche che vadano incontro alle richieste delle aziende, costantemente alla ricerca di una convergenza tra le esigenze di qualità del servizio e di controllo della spesa.