Remunerazioni ridotte per i vertici di banca Intesa Sanpaolo. Il presidente del Consiglio di sorveglianza, Giovanni Bazoli, e il presidente del Consiglio di gestione della banca Andrea Beltratti si sono autotagliati lo stipendiodi un terzo fino alla fine del rispettivo mandato, come comunicato nel corso dell’assemblea dei soci.
Questo significa che il primo percepirà a fine anno 800mila euro mentre il secondo ne intascherà 100mila in più. La decisione segue l’invito giunto dalle fondazioni secondo cui le remunerazioni spettanti ai membri dei Consigli e al top management andavano determinate con maggior rigore.
“Sono pronto – ha detto Bazoli – a porre all’esame del Consiglio alcune proposte di riduzione del costo di funzionamento dell’organo che presiedo. Ritengo importante precisare a tal proposito che le politiche di remunerazione in vigore nella nostra banca sono rigorosamente conformi alle indicazioni che di volta in volta gli organi di vigilanza hanno introdotto in questa materia. Posso garantire che i bonus e gli emolumenti sono sempre stati calcolati in proporzione ai risultati ottenuti”.
A tal proposito, la crisi non risparmia nemmeno Intesa San Paolo, che ha chiuso ieri il suo primo consiglio di amministrazione condotto dal CEO Enrico Tommaso Cucchiani, che aveva aperto l’appuntamento proprio facendo riferimento alla crisi economia attuale, ritenendola più grave di quella del 1929.
Dopo queste considerazioni viene naturale pensare che il 2012 non sarà una passeggiata visto che l’istituto di credito, dopo aver archiviato un primo trimestre al di sopra delle attese, ha come obiettivo quello di distribuire un dividendo almeno in linea con quello dello scorso anno. Cucchiani in assemblea ha lanciato quello che lui stesso ha chiamato un “caveat”: “il contesto è altamente incerto, la recessione è in corso, c’è un deterioramento della qualità del credito, l’Eurozona è sotto stress, il settore bancario è sotto forte pressione e il quadro politico continua a presentare elementi di incertezza”.
In questo scenario, Intesa intende mantenera “un core tier one e rapporti patrimoniali sopra le soglie dell’Eba e della Bce, adottando una strategia di leverage estremamente prudenziale, una strategia che consenta un elevato livello di liquidità. “A questo punto – ha aggiunto Cucchiani – ci sentiamo l’impegno morale di arrivare a una situazione che ci consenta di arrivare a distribuire un dividendo almeno pari a quello del 2011”.
Quanto alla raccolta, “Il 2012 presenta scadenze inferiori del 50% rispetto ai collocamenti medi dei quattro anni precedenti”, ha continuato Andrea Beltratti, rilevando come il gruppo nell’anno in corso non avrà particolari necessità di raccolta sul mercato obbligazionario, raccolta che nel 2011 è stata coperta per l’80% dalla rete delle filiali. Beltratti ha rilevato il profilo prudente da sempre mantenuto dalla banca che ha facilitato il raggiungimento dei requisiti di basilea 3, ridotto i rischi ma “penalizzato in parte la redditività”.
L’assemblea di Intesa Sanpaolo dopo oltre 5 ore di discussione ha approvato la copertura della perdita di esercizio 2011 e la distribuzione agli azionisti del dividendo di 0,05 centesimi per azione, prelevati dalla riserva straordinaria. Il bilancio 2011 si è infatti chiuso con una perdita netta di 7,6 miliardi dopo rettifiche di valore su avviamenti per 10,3 miliardi.