Per i giovani ci sono sempre meno opportunità di lavoro. A lanciare l’allarme è Bankitalia, che ha reso noto il Rapporto sulle economie regionali, da cui emerge che le opportunità per le fasce di età sotto i 30 anni continuano a diminuire in tutte le regioni della Penisola, con dati negativi soprattutto nel sud del Paese dove il tasso di disoccupazione dei giovani è circa il doppio rispetto alla media complessiva.
La quota di occupati sul totale della popolazione con meno di 35 anni di età è scesa dell’1% nel Nord Italia e dell’1,8% al Centro, in contrasto con quanto accade tra chi ha un lavoro ed è nella fascia 55-64 anni, che è aumentata rispettivamente di 2,2 e 0,8 punti percentuali. Fra le principali cause di questo fenomeno, però, c’è l’innalzamento dell’età in cui è possibile andare in pensione che ha di fatto fatto salire il umero di persone con ancora un’occupazione.
A livello complessivo, nel 2011 l’occupazione è salita in media dello 0,4%, con le solite differenze territoriali tra nord, centro e sud e con le differenze relative ai settori, dove l’industria ha perso posti di lavoro (ma l’emorragia si è avuta nel campo delle costruzioni) a vantaggio dei servizi.
Che il 2011 fosse stato un anno difficile per la crescita lo si immaginava, anche se complessivamente il Paese ha registrato un +0,4% nel PIL, con differenze regionali: nel sud è rimasto invariato, nel centro è salito dello 0,1%, nel nordovest dello 0,6% e nel nordest dello 0,9%.
A differenza che le altre aree, il Mezzogiorno d’Italia “è stato caratterizzato da un andamento particolarmente sfavorevole dei consumi, in presenza di una più debole dinamica dell’occupazione e delle retribuzioni. Anche il traino della domanda estera è stato più contenuto”. Nel Nord, invece, “è stata maggiore la tenuta della domanda, con una dinamica dell’occupazione assai più vivace di quella media nazionale. Le esportazioni – continua Bankitalia – hanno fornito il principale contributo alla crescita, grazie alla maggiore apertura ai mercati esteri. Nella seconda parte del 2011 e nei primi mesi del 2012 sono state intraprese una serie di azioni per accelerare l’utilizzo dei fondi strutturali, anche attraverso una riprogrammazione delle risorse”.
Lo studio di via Nazionale ha poi toccato anche il tema dei prestiti bancari, che durante lo scorso anno hanno rallentato in tutte le regioni, con gli ultimi mesi del 2011 dove tale calo ha riguardato soprattutto il Settentrione e le imprese. I prestiti alle famiglie, invece, hanno rallsentanto soprattutto al sud.