L’ultimo allarme lanciato dalla Cgia di Mestre riguarda i costi della corruzione nelle grandi opere pubbliche, cifre lievitate con rincari fino al 40% in più a causa del dilagare del fenomeno proprio in Italia, stando a quanto denunciato dalla Corte dei Conti.
La forte incidenza di casi di corruzione nella realizzazione degli appalti pubblici, infatti, provoca un notevole aumento delle spese sulle spalle degli italiani, che secondo le stime della Cgia potrebbero determinare pagamenti fino a 1543 euro in più per ciascun contribuente nei prossimi tre anni, che equivalgomo a quasi 6 punti di Pil.
Secondo quanto affermato dall’associazione: “Se le dichiarazioni rilasciate nei giorni scorsi dalla Corte dei Conti corrispondono alla verità, le grandi opere pubbliche che saranno realizzate nei prossimi anni costeranno agli italiani 93,6 miliardi di euro in più“. Si tratta di cifre derivate dall’analisi del programma delle infrastrutture strategiche 2013-2015 redatto dal Governo Monti all’inizio del suo mandato: il rincaro medio per ogni cittadino è stato calcolato aggiungendo gli effetti della corruzione, pari al 40%, alla spesa prevista dall’esecutivo nel programma di investimenti, che corrisponde a 233,9 miliardi di euro.
È sempre la Cgia a sottolineare come i costi delle infrastrutture in Italia siano superiori rispetto a quanto avviene in altri paesi europei, come Spagna e Francia, dove – solo per citare un dato – costruire un chilometro di Rete ferroviaria costa un terzo rispetto a quanto avviene nella penisola, stando ai dati resi noti dall’Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture. Secondo il presidente dell’associazione Giuseppe Bortolussi è possibile che il Paese sia caratterizzato da costi maggiorati a causa delle differenti modalità di affidamento, delle prescrizioni ambientali e delle caratteristiche orografiche del territorio. In ogni caso, come afferma lo stesso Bortolussi: “Generalizzare è sempre sbagliato, tuttavia molte inchieste giudiziarie hanno messo in luce che le infiltrazioni malavitose negli appalti e nella realizzazione delle grandi opere pubbliche del Paese hanno fatto lievitare i costi in maniera ingiustificata. Ciò ha dato luogo a forti distorsioni del mercato, minando le più elementari norme di democrazia economica”.