L’esame in aula al Senato del decreto legge sulla spending review è fissato per lunedì 30 luglio, intanto in Commissione Bilancio si è proceduto alle votazioni degli emendamenti alla presenza del Ministro per la pubblica amministrazione e la semplificazione Filippo Patroni Griffi, che a breve incontrerà anche le sigle sindacali.
Tra i nodi più cruciali del testo sulla spending review compare senza dubbio quello relativo al taglio delle province, tuttavia anche il forte incremento delle tasse universitarie per gli studenti fuoricorso sta destando molte polemiche, unitamente all’avvio di una politica di austerity imposta alla Banca d’Italia. Sul primo punto – il dimezzamento delle amministrazioni provinciali volto a limitare la spesa pubblica – è intervenuto lo stesso Patroni Griffi ribadendo l’urgenza del provvedimento che lascerebbe in vita solo 43 province, selezionate sulla base di due criteri, estensione e densità: “Stiamo lavorando a un riordino che riduca il numero delle province a 50-52, che porti cioè a un sostanziale dimezzamento. Capisco resistenze e campanilismi ma dobbiamo guardare alle prospettive. Abbiamo assetti amministrativi vecchi di due secoli e cambiarli credo sia una di quelle riforme strutturali di cui il paese ha bisogno“.
La stretta sui fuoricorso si annuncia ancora più ferrea, con l’aumento fino al doppio delle tasse versate dagli studenti universitari: chi non porta a termine gli studi nei tempi previsti dai singoli corsi di laurea, infatti, dovrà versare importi maggiorati anche fino al 100% se il reddito familiare supera la soglia di 150 mila euro. Un provvedimento salato che potrebbe penalizzare, ad esempio, gli studenti lavoratori, e che si riverserebbe sugli oltre 600 mila che ogni anno non completano il percorso universitario entro il termine fissato dall’ordinamento.
Decisamente rigidi anche i limiti imposti a Bankitalia, che dovrà operare tagli in materia di auto blu, buoni pasto, ferie e permessi concessi ai dipendenti statali. E mentre saranno raddoppiate le sanzioni applicate in seguito agli scioperi dei servizi pubblici, non sembra essere veritiera la notizia di un possibile taglio alle tredicesime, annunciato dalla Confesercenti e al momento non confermato dal Governo.