Fiat ha reso noto i risultati relativi al 2° trimestre del 2012, con un mercato – quello dell’auto – che per quanto riguarda l’Italia e l’Europa sta vivendo una crisi senza precedenti, con livelli di vendite che sono tornati a quelli di almeno 20 anni fa.
L’utile della gestione ordinaria è salito arrivando a toccare il miliardo di euro, grazie soprattutto a quanto fatto da Chrysler in nord America, che ha segnato livelli di vendite molto positivi, generando il 70% di questi utili (717 milioni di euro). Buono anche l’utile proveniente dall’America latina (238 milioni di euro) e dall’area Asia pacifico (64 milioni di euro) mentre male è andato il trimestre nell’area Emea, comprendente Europa, Medio Oriente e Africa, che ha perso 138 milioni di euro.
Escludendo però il brand nordamericano, che nel giro di un paio d’anni si fonderà completamente con il Lingotto (che attualmente detiene il 61,8% delle quote), la perdita Fiat tocca i 246 milioni di euro, rispetto all’utile di 1,38 miliardi fatto registrare nello stesso periodo del 2011. A livello di gruppo, il fatturato trimestrale è stato di 21,5 miliardi di euro, di cui 9,2 miliardi legati esclusivamente al brand Fiat con un calo del 7,5% rispetto al secondo trimestre 2011. I motivi di tale diminuzione – come detto – vanno da ricercarsi nella diminuzione delle vendite di auto in Europa e in Italia in particolare dove il Lingotto fatica a tenere il passo con gli altri costruttori.
A contribuire in maniera positiva ai risultati aziendali sono stati i marchi automobilistici di lusso e sportivi e il settore delle componenti e dei sistemi di produzione, che hanno portato un utile di 104 e di 47 milioni di euro rispettivamente. Parallelamente è sceso l’indibitamento netto industriale del gruppo, che nel secondo trimestre è sceso a 5,4 miliardi di euro contro i 5,8 del periodo gennaio-marzo 2012.
Per l’anno in corso, l’azienda guidata da Sergio Marchionne prevede di fatturare poco più di 77 miliardi di euro, con un utile complessivo compreso fra i 3,8 e i 4,5 miliardi e un utile netto fra 1,2 e 1,5 miliardi. L’indebidamente dovrebbe rimanere sotto i 6 miliardi.