Fitch: assicurazioni italiane a rischio declassamento

di Teresa Barone

17 Settembre 2012 11:30

Fitch annuncia il rischio downgrade per le compagnie di assicurazioni nazionali, penalizzate da crisi dell?Euro e titoli di Stato.

Compagnie di assicurazioni italiane a rischio downgrade nei prossimi dodici o ventiquattro mese: lo afferma l’agenzia di rating Fitch, che lancia l’allarme mettendo in evidenza come molte delle assicurazioni attive nella penisola stiano subendo pesantemente le conseguenze della crisi del debito.

A mettere a rischio il rating delle assicurazioni italiane nel breve e nel medio termine è la crisi dell’Eurozona, che nonostante i deboli segnali di stabilizzazione pesa enormemente sull’operato degli agenti del settore. Secondo Fitch, infatti, le compagnie detengono una quantità eccessiva di titoli di Stato nazionali: con un portafoglio che vanta circa 230 miliardi di euro di titoli, l’outlook non può che essere negativo e mantenersi tale anche in futuro.

Nella nota ufficiale, inoltre, l’agenzia di rating riporta alcuni dati diffusi dall’Ania (Associazione Nazionale fra le Imprese Assicuratrici) specificando come il rischio declassamento sia dovuto anche all’ammontare delle obbligazioni societarie in mano alle aziende assicurative: “Il settore assicurativo italiano è fortemente esposto alla crisi del debito della zona euro attraverso le sue partecipazioni rilevanti di debito sovrano italiano. Gli assicuratori italiani posseggono titoli di Stato per 230 miliardi di euro nei loro portafogli di investimento e circa 90 miliardi di euro di obbligazioni societarie, la maggior parte dei quali provenienti da banche.”

Ulteriori precisazioni arrivano per le compagnie di assicurazioni attive nel ramo vita, per le quali “il rischio di credit default potrebbe essere maggiore del previsto“: per il settore è prevista una crescita limitata non solo per la fine del 2012 ma anche per gran parte del 2013, ipotesi che rischia di confermare i dati fortemente negativi che hanno caratterizzato il 2011, con una perdita di oltre 3,7 miliardi di euro (3,4 miliardi sono nel segmento vita).