Sulle liberalizzazioni il governo Monti ha dato un’accelerata ma “resta ancora molto da fare”. É quanto si sottolinea in una segnalazione, firmata dal presidente dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato e richiesta dall’esecutivo per predisporre anticipatamente la legge annuale per la concorrenza, nella quale si ribadisce che l’apertura dei mercati e l’introduzione dei meccanismi concorrenziali “sono ingredienti imprescindibili per stimolare, in prospettiva, la crescita e migliorare il benessere dei consumatori”.
Accanto a ciò però, sottolinea l’Antitrust, risultano necessari istituzioni efficienti e veloci che possano garantire tempi certi a ci ha interesse ad investire nel Paese con annesso il ripensamento dell’attuale assetto del federalismo, una pubblica amministrazione orientata al servizio delle imprese e dei cittadini ed una riforma della giustizia “sulla scia di quanto efficacemente avviato negli ultimi mesi dal dicastero competente”.
“In attesa che venga ridisegnata l’architettura istituzionale del Paese – si legge nel comunicato che annuncia la segnalazione -, bisogna rafforzare da subito i poteri sostitutivi dello Stato e delle regioni per evitare l’inerzia degli enti locali. In caso di mancato intervento delle regioni sui comuni sarà lo Stato a dovere assumere le determinazioni necessarie”.
Ma quali sono i settori su cui puntare per la concorrenza? Per l’autorità, nei trasporti, nelle infrastrutture energetiche, nei servizi postali, nelle assicurazioni, nei servizi pubblici locali, nei servizi professionali e nella sanità, “ci sono ancora spazi per ulteriori aperture dei mercati e per misure proconcorrenziali”.
In particolare, l’Antitrust auspica la separazione di BancoPosta dai servizi postali, prevedere che le bollette siano basate sui consumi reali e non su quelli presunti, scorporare la rete Telecom e prevedere l’introduzione di un indennizzo automatico e forfettario per i ritardi nelle decisioni della pubblica amministrazione.