Articolo 18: cosa pensano i manager?

di Teresa Barone

26 Settembre 2014 09:00

Il Presidente di Manageritalia Guido Carella su riforma del lavoro, articolo 18, contratto a tutele crescenti.

L’articolo 18 è ormai superato, non serve per favorire l’occupazione e non è responsabile delle poche assunzioni avviate dalle aziende. Questa è l’opinione del Presidente di Manageritalia Guido Carella, in linea con quanto affermato dagli stessi manager coinvolti in un’indagine datata marzo 2012.

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Secondo Carella, sono burocrazia, fisco e giustizia a causare la profonda crisi economica dalla quale l’Italia sembra non risollevarsi, mentre bisognerebbe andare oltre l’articolo 18: «Salvi i casi di discriminazione, già puniti dalla legge, è meglio che, in un rapporto di lavoro che non funziona, la parte più debole possa uscirne, per il suo bene, con un equo risarcimento. Un modo per tutelare davvero il lavoratore ed evitargli seri rischi di obsolescenza professionale e disagio personale.»

Facendo riferimento al sondaggio condotto da AstraRicerche per Manageritalia due anni fa, su un campione di mille manager oltre 930 hanno affermato che non è certo la normativa sul licenziamento a impedire le assunzioni, misura che rischia di ripercuotersi negativamente non solo sui datori di lavoro ma anche sugli stessi lavoratori che possono essere danneggiati sia a livello professionale sia fisico e psicologico.

Quali sono le possibili alternative all’articolo 18? Secndo Carella è necessario garantire un risarcimento equo ai lavoratori in caso di licenziamento, così come promuovere «servizi di formazione e ricollocazione veri ed efficaci per permettere una migliore allocazione delle ‘risorse’.»

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Carella valuta positivamente anche il nuovo contratto a tutele crescenti e la politica di tagliare gli incentivi alle aziende che violano la normativa base: «Ormai, è infatti appurato che le imprese che funzionano e competono meglio e fanno profitti e occupazione sono quelle che puntano sulle persone e non su tagli di costi e teste. O lo capiamo e lo applichiamo, o non usciremo mai più dal tunnel.»