La Legge di Stabilità 2015 porta con sé anche la proposta di anticipare il TFR in busta paga, iniziativa introdotta in via sperimentale su base volontaria nel periodo 2015-2018.
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Accedendo al proprio Trattamento di Fine Rapporto in anticipo i dipendenti avrebbero più liquidità a disposizione e i consumi – nell’ottica del Governo – potrebbero trarne benefici. Ma sono in molti ad avanzare perplessità legate soprattutto alla necessità di garantire ai lavoratori una previdenza adeguata.
Secondo la Banca d’Italia, ad esempio: «L’adesione dei lavoratori a basso reddito all’iniziativa aggrava il rischio che questi abbiano in futuro pensioni non adeguate.» Più che incentivare ai consumi, inoltre, il TFR percepito in busta paga potrebbe spingere a crearsi programmi di risparmio e piani di accumulo alternativi.
Nel corso dell’audizione sul Ddl di stabilità davanti alle commissioni Bilancio di Camera e Senato, il vicedirettore della Banca d’Italia Luigi Federico Signorini ha espresso non pochi dubbi a riguardo:
«Lo smobilizzo del TFR maturando inciderebbe negativamente sulla capacità della previdenza complementare, o del TFR se percepito alla fine della carriera, di integrare il sistema pensionistico pubblico, che in prospettiva presenta bassi tassi di sostituzione, soprattutto per i giovani, mediamente più soggetti a vincoli di liquidità».
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Stando a una recente indagine promossa da Confesercenti, inoltre, sono i lavoratori appartenenti alle fasce di età più giovani ad accogliere positivamente questa novità proprio in vista dell’incremento della liquidità mensile.